Siamo tutti antifascisti. Al via la raccolta di firme.
Periodicamente un certo associazionismo, legato a bricioli della politica, riporta all'attenzione il rischio di un ritorno al fascismo e rimanda questo rischio, non alle dinamiche socio/economiche, ma all'ostentazione di una certa simbologia. Se questo ci aiuta a capire di quale fascismo stiamo parlando, poco fa per evitare che, sepolto quello giustiziato a Giulino il 28 aprile 1945, uno nuovo avanzi, tanto che resta difficile oggi parlare di antifascismo dal momento che quello vissuto è scomparso e quello a venire al momento fortunatamente non ha forma. Nella doverosa memoria dei crimini passati, l'abolizione delle simbologie e di quant'altro riporti a quel breve ma intenso periodo politico appare, oltre che inutile, sicuramente impossibile, dal momento che la memoria del ventennio viene non solo dall'aquila romana e dal fascio littorio ma da una miriade di edifici ed intere città costruite con una architettura che riporta indelebilmente a quel periodo. Per esempi