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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Vale 114 mila euro l'esame di Chiara Giorgetti

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No, vale molto di più dei soldi stanziati dal Governo, vale la formazione di una vita e forse anche la credibilità di una giunta, una giunta nata con i criteri della "spartizione dei pani" piuttosto che delle capacità e della professionalità.  Chiara Giorgetti (immagine a fianco estrapolata da  Piana Notizie  ) si trova alla sua prima esperienza di giunta, forte delle preferenze e di una paternità importante, quello Stefano Giorgetti assessore di punta a Firenze, renziano da sempre e padrino a Signa nella campagna elettorale dell'attuale sindaco. La sua delega al sociale ci sembrò subito un macigno per un assessorato che risulta tanto scomodo quanto importante ma anche impopolare.(vedi   Fossi presenta la Giunta  )  E' al sociale infatti che si rivolgeranno già da domani le centinaia o migliaia di persone che non riescono più a soddisfare i bisogni quotidiani, abbagliati da una pioggia di soldi che, come consuetudine di questo governo, viene prima proclamata

La maschera del Dott. Terzilli

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Siamo talmente bravi che abbiamo perso il senso della realtà. Ogni nostra foto, ogni sospiro, battito di cuore, passa da un emisfero all'altro con il tempo di un clic. Siamo poi particolarmente bravi noi italiani, eredi di generazioni di conquistatori, artisti e scienziati, non ultimo quel Galilei che da Pisa dipartì da questa terra nella fiorentina Arcetri. Suo il primo termometro, stiamo parlando di quattro secoli fa, strumento che poi modificato, divenne tanto elementare da far parte del corredo sanitario di ogni famiglia, ma non della "famiglia istituzione". Ecco quindi che nell'onesta ignoranza dei virologi di fronte al nuovo virus, la prima basilare difesa sta nel diminuirne od almeno rallentarne la diffusione. Se leggendo indicazioni e prescrizioni del Ministero della Salute, il primo sintomo avvertibile è la "febbre", è evidente che lo strumento principe per individuare possibili criticità è un banalissimo termometro in vendita su Amazon a meno di

Lo stadio a Signa, utopia o disperazione?

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La notizia della disponibilità di Giampiero Fossi di dedicare un appezzamento di terreno del comune di Signa per il nuovo stadio viola, ha destato più ironia che critiche o assensi. Quella del Sindaco di Signa è apparsa più una proposta da ultima spiaggia che una seria opportunità, dal momento poi che per la prima volta, una grande opera sarebbe stata individuata al di fuori dell'Area Nobel, ma non a caso diciamo noi. Il Sindaco, dopo un preambolo inclusivo citando l'interesse di tutta l'area metropolitana, punta non su un'area poco antropizzata e di facile intervento, ma "di quella porzione di territorio che è l'estremo lembo signese a ridosso della stazione ferroviaria di San Donnino" . Ovviamente, sempre con fare inclusivo, è sottinteso che l'area dovrebbe interessare anche il vicino comune di Campi Bisenzio. Perché pensare ad uno stadio proprio dove risulta più difficile edificare, in un'area di cava dove solo imprese abituate ad interventi