Festa de L'Unità e vù cumprà

Qualcuno si ricorderà del"bizzarro" tricolore coniato dal PD lo scorso anno, nella città medaglia d'argento al valore civile, non bastava deporre la corona d'alloro del 4 novembre sotto le lapidi del 25 aprile, ma si volle anticipare quel tentativo di cambiare la Costituzione infrantosi poi il 4 dicembre, variando la sequenza dei colori della bandiera italiana chiaramente descritti all'art. 12.
Ma non è di questi aspetti pseudo goliardici che vogliamo parlare oggi, l'argomento è molto più serio ed impone una riflessione.
Può capitare infatti che in una calda domenica di fine agosto esci da una trattoria di Porta al Prato e decidi di fare due passi alla festa de l'unità aperta proprio questo fine settimana al parco delle Cascine. Siamo a Firenze, città che come altre e forse più, elenca fra il degrado una folta ed invadente presenza di quei mercanti di prodotti di basso rilievo che ormai da un trentennio sono identificati con il termine Vu Cumprà. Non vi è spazio del centro storico, non vi è mercato, fiera o assembramento di persone, che non annoveri la presenza di questa categoria di venditori notoriamente abusivi. La città gigliata impegna una fetta consistente di polizia locale, ma non solo, anche carabinieri (area Uffizi) e polizia di stato (mercato San Lorenzo) sono impegnati a debellare questa piaga ma i risultati sono alquanto scadenti, tanto che il fenomeno aumenta con l'aumentare dell'immigrazione. Non parliamo poi dei mercati settimanali o rionali, dove la presenza è costante raggiungendo il suo culmine proprio alle Cascine dove il martedì si ritrovano centinaia di abusivi provenienti da tutta la Toscana e dove tutte le forze dell'ordine sono state impegnate negli ultimi mesi con numerosi episodi che sono degenerati in scontri fisici con coloro che ritenevano la loro presenza un diritto acquisito.
In questo contesto, la festa de L'Unità, ovvero la festa di quel partito che ha aperto i confini nazionali alle invasioni, dovrebbe rappresentare una naturale calamita per i vu cumprà, un luogo dove svolgere la propria attività nel nome dell'integrazione e dell'accoglienza.
Dovrebbe, ma mentre ti addentri nei fumi delle varie cucine principalmente etniche, nella musica assordante del luna park, fra i monitor delle pay tv che proiettano le immagini di una viola sconfitta in casa, dove lo stand dei tappi della sezione delle Signe rappresenta l'elemento culturalmente più avanzato, là dove la politica è solo mercificazione e del dibattito non restano neppure i ricordi (d'altra parte se questo partito per i più non ha futuro, ha ancor meno storia), scopri con un primo sussulto di gioia a cui fa seguito subito una grossa preoccupazione, che di vu cumprà non vi è ombra!
Preoccupazione ......., perché essere preoccupati? Non c'è servizio d'ordine interno, una sola pattuglia di carabinieri e polizia che stazionano accanto all'ambulanza all'ingresso della piazza, due poliziotti in borghese con l'immancabile mega radio in mano che passeggiano fra il pubblico con il solo scopo di prevenire eventuali attacchi terroristici e non notiamo neppure un venditore fra le bancarelle autorizzate!
Quale il motivo di questa assenza? Come possono le risorse della sinistra o pseudo tale, disertare "volontariamente" una così appetitosa opportunità di vendita? Perchè non esportare questa ricetta in ogni angolo della città?
Preoccupazione......... il PD non darà mai una risposta a queste domande ed è questo il motivo di tanta preoccupazione.

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