Amministrative: partiti o liste civiche?
E’ di pochi giorni fa
l’affermazione fatta da Andrei (A Sinistra per Signa), Mannelli (Partito Democratico) e Vinattieri (Forza Italia) “bisogna uscire dalla
logica della contrapposizione frontale e delle bandierine e al tempo stesso
rimettere al centro del dibattito Signa”.
Tale affermazione, riconducibile
a quello che comunemente si intende a livello nazionale “larghe intese”,
rappresenta l’abbattimento della divisione ideologica fra partiti, almeno ufficialmente per pervenire alla "governabilità" del Paese.
A livello locale, dove il sistema elettorale è diverso ed il sindaco ha l'elezione diretta e gode della maggioranza dei consiglieri, non ha molto senso, lo acquista quando si
manifesta prima dell’espressione di voto ed è innovativa rispetto al pensiero comune dell’elettore
che solitamente da fiducia al simbolo e non alle persone che si trovano dietro
a quel simbolo, come è apparso in maniera lampante anche alle amministrative
del 2014 dove la preferenza od il voto disgiunto,
risultano quasi assenti nelle liste non “storiche.”
Per questo motivo, si preferisce
il partito alla lista civica la quale, quando non nasconde terzi fini od altre
tattiche, dovrebbe assumere più una caratteristica di movimento d’opinione
temporaneo e a dimensione locale e che quindi non si avvale di quella che è l’affezione
al simbolo nazionale. Nella lista civica, contano solamente i candidati, la
loro visibilità e credibilità.
Il fatto che l’elettore sia
attirato più dal simbolo che dalle persone che vi sono dietro, è
certamente indice di scarsa educazione
politica, il sentimento che vorrebbe dedicare una minima parte del proprio
tempo libero in quella che è la vita della propria comunità, in particolar modo
in comuni relativamente piccoli come quello di Signa, dove le persone si
conoscono e quindi il candidato non è solo un nome ma un modo di pensare ed
agire; non a caso la legge elettorale ormai da tempo, ha prediletto la
preferenza al voto di lista. Occorre prendere coscienza come non possa esistere
una società realmente democratica senza una partecipazione attiva e
responsabile dei cittadini; solo in questo caso si può dar vita ad un ente
locale forte, efficace e trasparente, ovvero ad una governance forte, come quella che per esempio, potrebbe portare a Signa un nuovo ponte ed una nuova mobilità.
Certo, il gran numero di
preferenze non è automaticamente sintomatico di partecipazione democratica e
educazione politica, alcune volte è solamente l’espressione del male primario
della politica, quel voto di scambio tanto diffuso in ogni angolo della
penisola, ma questo è un altro discorso.
Il concetto di anteporre nelle
elezioni amministrative la persona alla bandiera, è elemento dal quale
l’elettore maturo non può prescindere, soprattutto in un periodo come l’attuale,
dove bandiere e simboli, non rappresentano più un ideale per cui lottare.
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