Il PD ed il mercato degli iscritti
Signa per tanti versi rappresenta l'esempio dei fallimenti amministrativi; inutile elencarli, basta leggere i "Programmi Amministrativi" degli ultimi venti anni per avere un riscontro oggettivo, riscontro che è comunque sotto gli occhi di tutti.
Vorremmo elencarne solamente uno e non la solita piaga della bretella autostradale, ma qualcosa di più semplice, di più quotidiano ed umanamente più tangibile: l'assenza di una sola stanza in grado di accogliere singoli o famiglie in procinto di trovarsi per strada, persone che magari hanno un trascorso di vita "normale" e che per cause talvolta anche banali e comunque non riconducibili a comportamenti illegali o avventurosi, si trovano a dover abbandonare le mura domestiche.
In questi giorni il dibattito politico nel PD signese, ormai con risonanza regionale, non parla tuttavia di sociale, non parla dell'impoverimento dei cittadini, delle carenze strutturali, del degrado delle nostre strade, del senso di insicurezza.... No, il PD di Signa vive la notte dei lunghi coltelli per una questione interna di poltrone, ovvero di rappresentanze nei prossimi congressi. Non si parla infatti di programmi, non si parla dei problemi della gente che non arriva non alla quinta, ma neppure alla terza settimana; si parla di numeri, perché dai numeri deriva il potere, quel potere che dovrebbe ahimè, concretizzarsi nella nobile logica di servizio per la collettività.
Ma il problema non è il PD, non sono i tanti e validi giovani che pur potendo cambiare dall'interno il partito, si asservono alle logiche di potere, il problema sono gli elettori ed il loro basso prezzo d'acquisto. Ed ecco allora che nella generale disaffezione alla politica, un esercito di inutili e deleteri detentori di diritto di voto decide per la tessera di partito, un partito del quale, secondo quanto emerge dalle accuse scambiate fra gli vertici del PD locale, non conoscono neppure il segretario nazionale. In questo contesto, torna a mente la nota divisione di categorie, ma per favore, da qualsiasi parte la si guardi, togliamo di mezzo almeno le prime due.
« Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo… » |
(don Mariano Arena al capitano Bellodi)
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