Nostalgia e ricordi alla presentazione di MDP Art. 1 a Signa
"Compagno di scuola, compagno per niente
ti sei salvato o sei renziano pure tu?" Così terminerebbe oggi la famosa canzone di Venditti, adattata alla serata vissuta ieri al circolo Donizetti di Signa, dove MDP-art. 1 si presentava davanti ad un gruppo di 50 persone, fra i quali molti i consiglieri comunali. Oltre a Valentina Quattrone, passata proprio in questi giorni dal PD ad Art. 1, vi era il Sindaco Cristianini, il presidente del consiglio comunale Campigli, consiglieri del PD Mannelli, Zaccaria, Lucarini, e Binella (lista civica area PD), tutti vicini a Bambagioni, di "A Sinistra per Signa" Marco Andrei e di Forza Italia Gianni Vinattieri.
La funzione di padrone di casa l'ha fatta l'ex assessore ed attuale presidente dell'Isola dei Renai spa, Daniele Donnini. Parte da lontano il suo intervento e richiama con nostalgia gli anni '80; il termine "compagni" ed il rimando ad un partito di sinistra sono il fulcro del suo intervento, dove trovano spazio anche le problematiche attuali con il rilancio della patrimoniale. Parla di accordi elettorali, con apertura a tutte le forze di sinistra.
Stesso tenore la consigliera regionale di ART. 1 Serena Spinelli che è anche la coordinatrice provinciale del neo partito. Facendo presa sulla sconfitta alle amministrative di Pistoia e sul progredire delle forze di destra europee, anche la Spinelli sterza decisamente a sinistra e si rivolge alla platea di "compagni." Con non poca difficoltà si alza quindi da quella platea il Sindaco di Signa Alberto Cristianini che nel fare gli auguri alla nuova componente politica ricorda che la sua esperienza ha radici diverse e non certo di quella sinistra di cui si parla. Il termine "compagni" non rientra nel suo vocabolario ed infatti non sarà mai pronunciato. Si augura comunque che a Signa il nuovo partito continui a condividere il programma amministrativo a suo tempo concordato anche da chi adesso è uscito dal PD.
Scontato ma pungente l'intervento di Marco Andrei, capogruppo in consiglio comunale della lista civica che riuniva SEL e Rifondazione. Anche Andrei si è auspicato una futura collaborazione, dimostrandosi tuttavia scettico per l'eventuale unione di forze alle prossime politiche, ma ha anche rivolto ai rappresentanti di Art. 1 un invito non troppo velato alla coerenza, ricordando loro che attualmente stanno sostenendo la maggioranza di governo e la giunta di Signa.
Lavoro e sanità sono i problemi più sentiti, là dove la riforma del mercato del lavoro attuata dal governo Renzi, con l'abolizione dell'art. 18 e l'introduzione del Job Act, acronimo della riforma americana attuata da Obama, è stata indicata come la madre di tutti i peccati. Verrebbe da chiedersi dove erano gli attuali scissionisti quando il loro partito approvava la riforma del lavoro, accolta con tanto favore dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale, dalla BCE e dall'OCSE. Che dire poi relativamente alla sanità, da tutti indicata come un necessario punto di programma, con l'abolizione delle liste d'attesa e dei ticket? Forse i compagni di art. 1 non hanno ben presente che uno dei fondatori del partito è certo Enrico Rossi per due legislature presidente della Regione Toscana ed ancora prima assessore proprio alla Sanità.
Sta per prendere la parola il deputato Filippo Fossati ma lo anticipa Matteo Mannelli, giovane vice capogruppo del PD in consiglio comunale. Quello di Mannelli è un intervento dai toni bassi ma profondi e decisi, con parole ponderate che richiamano al senso di responsabilità, quella responsabilità che predilige il confronto alla resa incondizionata. "La scissione in una famiglia non è mai un qualcosa di positivo - dice Mannelli - ...... noi la nostra casa non la vogliamo lasciare a Renzi". Determinante per Mannelli è riprendere il rapporto con le classi sociali; il consigliere non si piange addosso, non ha motivo per farlo e a differenza di tutti, pensa al presenta guardando al futuro.
Logorroico, ripetitivo e contraddittorio il discorso del deputato Fossati che nei suoi 90 minuti di intervento, fa una disamina di tutti i mali del PD di Renzi, quel PD di cui ha fatto parte fino al 28 febbraio 2017. Durante la sua permanenza nel partito di Renzi, ha votato solamente lo 0,60 % di volte diversamente dal proprio gruppo parlamentare, condividendone quindi la stragrande maggioranza dei provvedimenti ed in particolare, ha sempre votato a favore delle Riforme sul Lavoro Job Act proposte da Poletti (fonte OpenParlamento https://parlamento17.openpolis.it/parlamentare/4799). Eppure il deputato ha più volte ribadito come quella riforma abbia tolto dignità ai giovani, quei giovani che non hanno più la possibilità di crearsi una famiglia, che hanno contratti a tempo determinato, che sono pagati anche tre euro l'ora. Altra curiosità, l'Onorevole Filippo Fossati, si è astenuto al DDL per l'abolizione dei vitalizi.
Per finire uno spunto di "fantapolitica locale" da prendere come tale e solo per stuzzicare la fantasia: se ai consiglieri comunali presenti, tutti sicuramente più vicini a Bambagioni che a Renzi, si aggiunge anche il capogruppo PD Andrea Di Natale, facciamo un totale di 9 su 16 salvo eventuali ulteriori adesioni alla cordata. Quali le possibilità che la guerra fratricida congressuale provochi un rimpasto che vada contro la segreteria politica locale e nazionale? A giorni la risposta.
ti sei salvato o sei renziano pure tu?" Così terminerebbe oggi la famosa canzone di Venditti, adattata alla serata vissuta ieri al circolo Donizetti di Signa, dove MDP-art. 1 si presentava davanti ad un gruppo di 50 persone, fra i quali molti i consiglieri comunali. Oltre a Valentina Quattrone, passata proprio in questi giorni dal PD ad Art. 1, vi era il Sindaco Cristianini, il presidente del consiglio comunale Campigli, consiglieri del PD Mannelli, Zaccaria, Lucarini, e Binella (lista civica area PD), tutti vicini a Bambagioni, di "A Sinistra per Signa" Marco Andrei e di Forza Italia Gianni Vinattieri.
La funzione di padrone di casa l'ha fatta l'ex assessore ed attuale presidente dell'Isola dei Renai spa, Daniele Donnini. Parte da lontano il suo intervento e richiama con nostalgia gli anni '80; il termine "compagni" ed il rimando ad un partito di sinistra sono il fulcro del suo intervento, dove trovano spazio anche le problematiche attuali con il rilancio della patrimoniale. Parla di accordi elettorali, con apertura a tutte le forze di sinistra.
Stesso tenore la consigliera regionale di ART. 1 Serena Spinelli che è anche la coordinatrice provinciale del neo partito. Facendo presa sulla sconfitta alle amministrative di Pistoia e sul progredire delle forze di destra europee, anche la Spinelli sterza decisamente a sinistra e si rivolge alla platea di "compagni." Con non poca difficoltà si alza quindi da quella platea il Sindaco di Signa Alberto Cristianini che nel fare gli auguri alla nuova componente politica ricorda che la sua esperienza ha radici diverse e non certo di quella sinistra di cui si parla. Il termine "compagni" non rientra nel suo vocabolario ed infatti non sarà mai pronunciato. Si augura comunque che a Signa il nuovo partito continui a condividere il programma amministrativo a suo tempo concordato anche da chi adesso è uscito dal PD.
Scontato ma pungente l'intervento di Marco Andrei, capogruppo in consiglio comunale della lista civica che riuniva SEL e Rifondazione. Anche Andrei si è auspicato una futura collaborazione, dimostrandosi tuttavia scettico per l'eventuale unione di forze alle prossime politiche, ma ha anche rivolto ai rappresentanti di Art. 1 un invito non troppo velato alla coerenza, ricordando loro che attualmente stanno sostenendo la maggioranza di governo e la giunta di Signa.
Lavoro e sanità sono i problemi più sentiti, là dove la riforma del mercato del lavoro attuata dal governo Renzi, con l'abolizione dell'art. 18 e l'introduzione del Job Act, acronimo della riforma americana attuata da Obama, è stata indicata come la madre di tutti i peccati. Verrebbe da chiedersi dove erano gli attuali scissionisti quando il loro partito approvava la riforma del lavoro, accolta con tanto favore dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale, dalla BCE e dall'OCSE. Che dire poi relativamente alla sanità, da tutti indicata come un necessario punto di programma, con l'abolizione delle liste d'attesa e dei ticket? Forse i compagni di art. 1 non hanno ben presente che uno dei fondatori del partito è certo Enrico Rossi per due legislature presidente della Regione Toscana ed ancora prima assessore proprio alla Sanità.
Sta per prendere la parola il deputato Filippo Fossati ma lo anticipa Matteo Mannelli, giovane vice capogruppo del PD in consiglio comunale. Quello di Mannelli è un intervento dai toni bassi ma profondi e decisi, con parole ponderate che richiamano al senso di responsabilità, quella responsabilità che predilige il confronto alla resa incondizionata. "La scissione in una famiglia non è mai un qualcosa di positivo - dice Mannelli - ...... noi la nostra casa non la vogliamo lasciare a Renzi". Determinante per Mannelli è riprendere il rapporto con le classi sociali; il consigliere non si piange addosso, non ha motivo per farlo e a differenza di tutti, pensa al presenta guardando al futuro.
Logorroico, ripetitivo e contraddittorio il discorso del deputato Fossati che nei suoi 90 minuti di intervento, fa una disamina di tutti i mali del PD di Renzi, quel PD di cui ha fatto parte fino al 28 febbraio 2017. Durante la sua permanenza nel partito di Renzi, ha votato solamente lo 0,60 % di volte diversamente dal proprio gruppo parlamentare, condividendone quindi la stragrande maggioranza dei provvedimenti ed in particolare, ha sempre votato a favore delle Riforme sul Lavoro Job Act proposte da Poletti (fonte OpenParlamento https://parlamento17.openpolis.it/parlamentare/4799). Eppure il deputato ha più volte ribadito come quella riforma abbia tolto dignità ai giovani, quei giovani che non hanno più la possibilità di crearsi una famiglia, che hanno contratti a tempo determinato, che sono pagati anche tre euro l'ora. Altra curiosità, l'Onorevole Filippo Fossati, si è astenuto al DDL per l'abolizione dei vitalizi.
Per finire uno spunto di "fantapolitica locale" da prendere come tale e solo per stuzzicare la fantasia: se ai consiglieri comunali presenti, tutti sicuramente più vicini a Bambagioni che a Renzi, si aggiunge anche il capogruppo PD Andrea Di Natale, facciamo un totale di 9 su 16 salvo eventuali ulteriori adesioni alla cordata. Quali le possibilità che la guerra fratricida congressuale provochi un rimpasto che vada contro la segreteria politica locale e nazionale? A giorni la risposta.
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