PD - A Signa si inverte la parabola del figliol prodigo.
ll Partito Democratico potrebbe essere assunto ad icona dell'impraticabilità di un percorso veramente democratico all'interno di una società civile dove il liberismo ha relegato l'uomo a mero strumento di consumo e capacità di produzione. E', ma direi era, l'unico partito che prevedeva delle primarie interne affinché le figure apicali fossero volontà della base, una democrazia dal basso disattesa dai leaders sconfitti, una minoranza che mai ha accettato la leadership di Renzi, contrariamente a quanto lui aveva fatto precedentemente con Bersani. E così, mentre a livello nazionale si sono moltiplicati i distacchi, poi puniti dagli elettori ancor più del partito madre, a Signa si è provata lo scorso inverno la carta delle elezioni di circolo, poi naufragata per una banalità regolamentare non degna di politici di lungo corso.
Ma le amministrative sono alle porte e con esse la spartizione di poltrone che anticiperà il porta a porta dei "programmi ad personam". Si gioca quindi l'ultima possibilità: la sommersa fuoriuscita dal partito che non deve apparire tale, meglio far si che sia un gruppo di imprenditori a chiamare a rapporto, avvalorando il pensiero di Ezdra Pound che voleva i politici servi della finanza. Sarà una "lista civica" che nel fare la scissione predicherà l'unità; Uniti per Signa, è infatti il nome coniato per questa componente dove sono chiamati a raccolta i personaggi storici della politica locale, senza distinzione fra maggioranza ed opposizione, come se in loro si fosse svegliato improvvisamente l'innato spirito di conservazione proprio dell'essere umano.
La cosa va avanti per mesi, occhio non vede cuore non duole, afferma un antico saggio, ma ecco che ieri esce su La Nazione l'articolo che costringe ad aprire gli occhi al segretario locale del PD, Gabriele Scalini.
Il giovane segretario è costretto a prendere atto pubblicamente di quanto sta accadendo nel mondo politico locale ed in particolare nel suo partito.La reazione non tarda, arriva sempre su La Nazione; si tratta di una presa d'atto con toni pacati e misurati, sapeva da subito Scalini che la minoranza non avrebbe accettato di rimanere tale, troppo esperti, troppo navigati per accettare la guida di un giovane segretario e di un gruppo di lavoro nato al mito della rottamazione e del cambiamento.
Scalini non può far finta di niente e le sue parole rappresentano un ultimo richiamo al ritorno in famiglia, ma sa già che è stata disegnata una parabola diversa rispetto a quella spirituale, questa storia è fatta di materia e non prevede la figura del figliol prodigo, non ci sarà misericordia, anche perché in questo caso ad andarsene non è il figlio ma il padre. Solo una cosa resta ancora da stabilire: quanto durerà la separazione prima del divorzio.
(Foto estrapolate da internet ed articoli di giornale editi dal quotidiano La Nazione)
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