Signa in controtendenza: il vecchio che avanza

Dopo le prime timide apparizioni della scorsa estate, le negazioni, le diatribe consiliari per l'avvicendamento alla presidenza del consiglio comunale, l'epurazione del vicesindaco Sara Ambra,  le accuse di brogli alle scorse elezioni di circolo del PD, ecco che si presenta ufficialmente la lista civica che affronterà le prossime elezioni amministrative a Signa, un gruppo che, diciamolo subito, per rinnovare vecchie promesse si presenta sotto le mentite spoglie di un cambiamento,  ma che è quanto di più reazionario possa esservi se, come si evince dalla lettura dell'articolo a firma di Lisa Ciardi, vede la partecipazione della quasi totalità della giunta che da 9 anni amministra il comune e del capogruppo di Forza Italia. C'è già anche il nome,  "Uniti per Signa"; il mentore è Paolo Bambagioni che da oltre un quarto di secolo segna la vita politica locale.

Nell'articolo si citano i pochi punti del programma, tutti ben noti ai signesi poiché rappresentano proprio il fallimento dello stesso gruppo: Viabilità, Nobel, Centro Storico, Padule, Renai e Sanità, tutti argomenti che prevederebbero la collaborazione con enti superiori quali Stato, Regione ed Area Metropolitana, sinergie che non ci sono state quando il gruppo faceva parte di un contesto politico a capo dei citati enti e dubitiamo che vi riesca in futuro, là dove l'unico politico di riferimento sembra essere Emiliano, minoranza della minoranza del PD, senza considerare che trattasi spesso di aree private e non sempre gli interessi collettivi vanno a braccetto con quelli privati, vedi per esempio Rena/Viabilità.
Non inaspettata ma da chiarire, la partecipazione al progetto del capogruppo di Forza Italia, ovvero se questa è a titolo personale oppure se l'adesione è politica e di gruppo, ma pensiamo sarà nei prossimi giorni il coordinatore comunale a dipanare il dubbio, non fosse altro che per capire se in consiglio comunale si è formata un'altra maggioranza o meno.
Più chiara ma meno comoda la posizione di Scalini, il segretario di circolo del PD che a pochi mesi dalla sua riconferma si vede più che dimezzare il suo partito che a Signa, dopo vari "ringambi", non è mai stato veramente renziano.
L'impressione è che Scalini, chiamato dal ruolo a dover prendere posizione, sarà costretto ad ingoiare il rospo senza poter mordere, risultando al momento la sua frangia di PD molto meno organizzata di quella che si è distaccata e quindi, come già accaduto con la mancanza di fiducia del Sindaco a Sara Ambra, si cercherà di arrivare al termine consiliatura cercando alleanze ed un'organizzazione ad oggi inesistenti.
Nell'articolo non si citano personaggi appartenenti alla sinistra signese ma, come già detto in passato, non escludiamo che parte di questa possa aderire al progetto di Bambagioni, escludendo magari la frangia di Rifondazione Comunista da sempre avversa al consigliere regionale.
La scissione del PD locale, sulla base di quanto accaduto a livello nazionale, potrebbe aprire ampi e svariati scenari anche nel cdx e M5*, con quest'ultimo che ormai ha perso la prerogativa del "sempre e comunque da soli". Infatti, solamente un'ampia convergenza, potrebbe portare al cambiamento di quel gruppo che adesso si chiama "Uniti per Signa" e che con gli stessi uomini e donne ha amministrato Signa per decenni; è quindi una questione di tempo, poiché Uniti per Signa c'è da sempre, il resto è da organizzare e non crediamo che si voglia concedere più di tanti vantaggi: votare prima, consentirebbe inoltre a sindaco, l'unico che al momento si è ufficialmente dichiarato "presente", ed assessori uscenti, di poter fare una giunta tris ed anche questo, nella nostra disamina di FANTAPOLITICA LOCALE, è un fattore da tenere presente.


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