Fra governi populisti, immigrazione (dati e prospettive), destra e sinistra sociale.


Con l'avvento di questo governo, le cronache della politica italiana volgono esclusivamente sul tema immigrazione, dove da una parte si proclamano vittorie e facili soluzioni, mentre dall'altra si cerca di sensibilizzare l'anima buona che è in noi magari a scapito della pace sociale. Entrambe le parti hanno tuttavia un punto d'incontro: parlano esclusivamente di nuovi arrivi, evitando di trattare l'esistente che invece per chi scrive, rappresenta il problema primario dell'immigrazione oggi in Italia. Vediamo perché con l'aiuto dei numeri forniti da fonti ufficiali.
Secondo il Viminale, nei primi sette mesi del 2018, sono sbarcati 19.874 migranti http://www.interno.gov.it/sites/default/files/cruscotto_statistico_giornaliero_30-08-2018.pdf ; a luglio ne erano stati ricollocati 12725 su 16930 e curiosamente 921 nella vicina Svizzera http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2018/07/10/migranti-italia-ecco-dati-del-viminale_vteJ6zi7juCPVJH8BTi4wO.html . Da questi dati, emerge che il flusso che aveva avuto il picco nel 2011 grazie alle primavere arabe fomentate da Francia e Inghilterra, sta diminuendo e dobbiamo riconoscere che già con Minniti vi era stata una diminuzione dell’80%, dati statistici non in discussione. Gli arrivi non sono dunque il problema primario che adesso invece è il rimpatrio dei 5-600 mila clandestini attualmente in Italia, mine vacanti già in mano alla criminalità organizzata (droga, furti, prostituzione, lavoro nero) o attori di innumerevoli atti di microcriminalità e di degrado, elementi questi che danno alle persone comuni una generale sensazione di insicurezza. Ovviamente, ci sono anche coloro, i regolarizzati, che sono felicemente inseriti nel mondo del lavoro e nelle comunità locali.
Perché gli irregolari in Italia rappresentano un problema primario di difficile soluzione e di cui per il momento governo ed opposizione parlano poco? Perché oltre ai citati costi in fatto di sicurezza, in nostri coinquilini irregolari sono difficilmente e costosamente rimpatriabili e non sono materialmente carcerabili.
Proviamo a rispondere con i numeri a chi dice che chi è clandestino dovrebbe andare nelle patrie galere. Attualmente in carcere, nonostante la legge del governo Monti che in meno di 8 anni ha posto fuori  oltre 23.000 detenuti, a fronte di una capienza di 50.624 posti, trovano ospitalità 58.506 detenuti, dei quali ben 19.700 stranieri (fra questi anche i comunitari come i rumeni che rappresentano il 12,9 % del totale degli stranieri https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.page?contentId=SST131301&previsiousPage=mg_1_14 ) quindi dovremmo costruire dieci volte il numero di carceri esistenti adesso, senza contare che ogni detenuto costa alla collettività circa 150 euro al giorno, se li moltiplichiamo per 500.000, ci costerebbero la bellezza di 75 milioni al giorno!!
L’ipotesi più fattibile è quella dei rimpatri, tuttavia attualmente non ci sono rapporti internazionali se non con alcuni Stati che rappresentano la minoranza delle nazioni di provenienza, senza contare poi che rimpatriare un clandestino oggi costa oltre 5 mila euro.
Detto questo,  a l’attuale governo non resta che abbassare i toni ed avviare, qualora ne sia capace, una politica  di diplomazia  che vada oltre l'Europa e che comunque, avrà per le nostre casse spese elevatissime. 
Dopo questa valanga di cifre per accontentare l'elettore del momento, due righe per un tema che non è più della politica: la giustizia sociale e la dignità delle persone.
Mi riferisco agli 0,...% della destra e sinistra sociale, affinché almeno loro non facciano cadere nell'oblio l'aumento del tasso di disoccupazione che a Giugno 2018 è risalito del 2,1% ; si domandino inoltre perché nel 2017 ci sono state 3.378 vittime per incidenti stradali, il 2,9% in più rispetto al 2016. Almeno loro abbandonino il populismo istituzionale che pervade l'attuale politica ed abbiano il coraggio e la lungimiranza di tessere un nuovo rapporto con la società che sia rivolto ai bisogni concreti di chi non solo non arriva alla quinta settimana, ma neppure alla quarta in una delle più ricche nazioni al mondo, dove un abitante su sei, nel 2016, è stato costretto a rimandare per mancanza di soldi, le cure mediche di cui necessitava. 
Senza farla tanto lunga, diciamo che almeno la destra e la sinistra sociale rendano giustizia all'articolo 3 della Costituzione.

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