Signa: di passo lento ed incerto verso le amministrative
Il 26 maggio, in concomitanza con le europee, gli elettori di Signa dovranno scegliere anche il nuovo sindaco ed il nuovo consiglio comunale. Nuovo poichè l'attuale, Alberto Cristianini, non può ricandidarsi dopo due mandati, tuttavia può presentarsi nelle vesti di consigliere comunale e magari rivestire il ruolo di assessore. Anticipato questo, vediamo chi scende in campo.
Giampiero Fossi. Al momento è l'unico candidato sindaco. Il Partito Democratico, sia pure con i suoi veleni interni, i fallimenti locali e nazionali, si dimostra ancora oggi il partito più organizzato, magari l'unico. Può vantare infatti fra le sue fila uomini camaleontici, ma con una pregressa esperienza; ha sedi presso tutte le case del popolo e le lotte intestine servono almeno a far vedere che il partito è vivo. Le diaboliche e assurde primarie aperte a tutti, sono innegabilmente un elemento di democrazia. Ecco quindi che dopo l'atto d'imperio del sindaco che nello scorso inverno le tolse la fiducia, escludendola di fatto dall'attività politica locale, le democratiche primarie hanno bocciato definitivamente Sara Ambra quale leader di un partito che, nonostante le apparenze, a Signa non è mai stato con Renzi. Le primarie PD erano anche un'ulteriore prova di forza per l'unico assessore che si era posto nell'area renziana, Paoli Adriano. Paoli ha dimostrato che nella frazione di San Mauro il partito è nelle sue mani ed il PD dovrà tenerne conto.
Ma veniamo a Fossi. Facile la vittoria, forse ancor più delle previsioni che lo volevano favorito. Tanta esperienza ed un carattere che lo vuole ben visto anche dalle opposizioni, l'attuale assessore potrebbe essere in grado di riunire intorno a se anche parte degli elettori di sinistra che si sono allontanati dal PD o che avevano sperato in un rinvigorire di ideali in quella lista, A Sinistra per Signa che sembra finita nell'oblio di un accordo preelettorale che voleva l'alternarsi in consiglio comunale. Diaciamolo chiaramente, Romina Niccolai e Marco Andrei avevano più "energia" dell'attuale rappresentante proveniente dall'area di Rifondazione e le varie scissioni/fusioni sempre al ribasso che hanno coinvolto la sinistra nazionale, non vanno certo a favore di una nuova positiva performance come fu per A Sinistra Per Signa cinque anni fa. Consideriamo inoltre che, scioltosi lo zoccolo duro di Rifondazione a San Mauro, l'altro baluardo della sinistra era Castello, guarda caso anche regno di Fossi.
Le primarie, tuttavia hanno avuto al momento un risvolto della medaglia che si chiama Uniti Per Signa. Questa lista, presentata ieri dopo almeno un anno e mezzo di riunioni, appare il cerino rimasto in mano al PD di area Bambagioni, se è vero come indicato in passato su La Nazione, che il consigliere regionale ne era uno dei promotori. D'altra parte, alle riunioni di tale lista fin dall'inizio erano presenti gli esponenti del PD non renziano, quelli di fatto che dovrebbero aver appoggiato la candidatura di Fossi la cui vittoria sembra adesso aver rimescolato le carte. Quella che doveva essere una corrazzata, per il momento ha partorito nella cena di venerdì scorso un topolino che non sappiamo ancora se correrà da solo o farà da bicicletta al PD, come appare più probabile, annoverando fra i pochi candidati rimasti, l'attuale vice capo gruppo PD Mannelli, molto vicino a Bambagioni.
Da più parti si sente dire che questa è la volta buona per cambiare la vecchia politica di centro sinistra che da sempre amministra Signa, tuttavia la parte più vecchia della politica viene proprio dal centro destra, dipendente da un accordo nazionale che lo vuole unito e provinciale che ha dettato la spartizione dei candidati sindaci. Le federazioni provinciali di Lega, Forza Italia e Frateli d'Italia, hanno deciso che il sindaco di Signa deve essere un leghista ed un nome si vocifera ormai da mesi, ma non si ufficializza poichè Signa è.... maligna, ed ancora tutto nel cdx appare essere da decidere, a partire dalla composizione delle stesse liste, fino allo stesso accordo. Siamo certi tuttavia che tutto tornerà nei binari tracciati a Firenze.
Sulla scia delle politiche della scorsa primavera, il M5* dovrebbe puntare ad un rafforzamento, tuttavia nel nostro scorrere l'attività svolta in consiglio comunale, questa si esaurisce con le dimissioni di Elena Celentano. Nessun atto a firma del gruppo M5* è stato presentaro in consiglio comunale nel 2018 e quelli del 2017 sono stati a carattere generale quasi sempre condivisi dagli altri gruppi di opposizione che ne erano evidentemente i promotori. Se la percentuale degli elettori che analizza il lavoro svolto nelle sede istituzionali preposte, superasse il 10% (ma forse siamo ottimisti), il M5* a Signa non sarebbe certamente confermato in consiglio comunale.
Grande importanza avrà in tal senso la posizione del Comitato per un Nuovo Ponte per la Piana che sicuramente avrà un peso politico nel panorama signese sia come impegno diretto che indiretto. Allo stato attuale, non credo che nessuna delle forze politiche presenti sul territorio regionale possa ambire alla fiducia del comitato, poichè se è vero che la parte propositiva spetta a chi amministra, è anche vero che le opposizioni non hanno mai messo in discussione il percorso proposto dal PD, nè hanno suggerito strade per addivenire ad una forma di "pressione" sugli enti preposti all'attuazione. In tutto questo si differenzia il M5* che sia pure in maniera sommessa, ha avanzato l'ipotesi ZTL sul ponte fra Signa e Lastra tanto cara al movimento, oltre ad essere l'unico oppositore all'ampliamento della pista di Peretola che sembra aver determinato la fine dell'ipotesi bretellina. Per questi motivi, il comitato come tale o i suoi aderenti a titolo personale, non potranno che andare nella direzione del M5*.
In questo panorama, verrà probabilmente a mancare quella componente di destra che nel 2014 era rappresentata da Signa Tricolore. Come prassi per le liste civiche, queste hanno la vita di un'esperienza, che si chiuse cinque anni fa senza raggiungere il quorum, ma con un ottimo risultato, in quel caso condiviso con FdI. Al momento, in questo frastagliato panorama dove gli elettori votano più le bandiere che le idee, non pare esservi spazio per una lista civica che corra da sola. Non si può tuttavia escludere la possibilità che, come a Firenze e Scandicci, la destra sociale non possa essere rappresentata da Casapound; questo potrebbe accadere solamente con una buona base di giovani che decidesse di riappropriarsi del diritto/dovere di poter decidere sul proprio futuro.
Per concludere, la politica signese al momento poggia su un frenetico immobilismo, dove appare meno l'idea che fare politica sia preminentemente un servizio.
13/01/2018 - Questa la specifica fatta su FB dal capolista di FI a Signa, Gianni Vinattieri: Alessandro, solo una precisazione che non può essere smentita: i tavoli provinciali del centro-destra non hanno assolutamente concordato che Signa sia assegnata a qualcuno.
13/01/2019 - Valentina Quattrone, capogruppo Liberi e Uguali in comune, su FB puntualizza: "Tra i contrari all'ampliamento della pista aeroportuale ti sei scordato di Liberi e Uguali.. sempre noi abbiamo tentato di salvare il tracciato della bretellina proponendo lo spostamento del laghetto."
Giampiero Fossi. Al momento è l'unico candidato sindaco. Il Partito Democratico, sia pure con i suoi veleni interni, i fallimenti locali e nazionali, si dimostra ancora oggi il partito più organizzato, magari l'unico. Può vantare infatti fra le sue fila uomini camaleontici, ma con una pregressa esperienza; ha sedi presso tutte le case del popolo e le lotte intestine servono almeno a far vedere che il partito è vivo. Le diaboliche e assurde primarie aperte a tutti, sono innegabilmente un elemento di democrazia. Ecco quindi che dopo l'atto d'imperio del sindaco che nello scorso inverno le tolse la fiducia, escludendola di fatto dall'attività politica locale, le democratiche primarie hanno bocciato definitivamente Sara Ambra quale leader di un partito che, nonostante le apparenze, a Signa non è mai stato con Renzi. Le primarie PD erano anche un'ulteriore prova di forza per l'unico assessore che si era posto nell'area renziana, Paoli Adriano. Paoli ha dimostrato che nella frazione di San Mauro il partito è nelle sue mani ed il PD dovrà tenerne conto.
Ma veniamo a Fossi. Facile la vittoria, forse ancor più delle previsioni che lo volevano favorito. Tanta esperienza ed un carattere che lo vuole ben visto anche dalle opposizioni, l'attuale assessore potrebbe essere in grado di riunire intorno a se anche parte degli elettori di sinistra che si sono allontanati dal PD o che avevano sperato in un rinvigorire di ideali in quella lista, A Sinistra per Signa che sembra finita nell'oblio di un accordo preelettorale che voleva l'alternarsi in consiglio comunale. Diaciamolo chiaramente, Romina Niccolai e Marco Andrei avevano più "energia" dell'attuale rappresentante proveniente dall'area di Rifondazione e le varie scissioni/fusioni sempre al ribasso che hanno coinvolto la sinistra nazionale, non vanno certo a favore di una nuova positiva performance come fu per A Sinistra Per Signa cinque anni fa. Consideriamo inoltre che, scioltosi lo zoccolo duro di Rifondazione a San Mauro, l'altro baluardo della sinistra era Castello, guarda caso anche regno di Fossi.
Le primarie, tuttavia hanno avuto al momento un risvolto della medaglia che si chiama Uniti Per Signa. Questa lista, presentata ieri dopo almeno un anno e mezzo di riunioni, appare il cerino rimasto in mano al PD di area Bambagioni, se è vero come indicato in passato su La Nazione, che il consigliere regionale ne era uno dei promotori. D'altra parte, alle riunioni di tale lista fin dall'inizio erano presenti gli esponenti del PD non renziano, quelli di fatto che dovrebbero aver appoggiato la candidatura di Fossi la cui vittoria sembra adesso aver rimescolato le carte. Quella che doveva essere una corrazzata, per il momento ha partorito nella cena di venerdì scorso un topolino che non sappiamo ancora se correrà da solo o farà da bicicletta al PD, come appare più probabile, annoverando fra i pochi candidati rimasti, l'attuale vice capo gruppo PD Mannelli, molto vicino a Bambagioni.
Da più parti si sente dire che questa è la volta buona per cambiare la vecchia politica di centro sinistra che da sempre amministra Signa, tuttavia la parte più vecchia della politica viene proprio dal centro destra, dipendente da un accordo nazionale che lo vuole unito e provinciale che ha dettato la spartizione dei candidati sindaci. Le federazioni provinciali di Lega, Forza Italia e Frateli d'Italia, hanno deciso che il sindaco di Signa deve essere un leghista ed un nome si vocifera ormai da mesi, ma non si ufficializza poichè Signa è.... maligna, ed ancora tutto nel cdx appare essere da decidere, a partire dalla composizione delle stesse liste, fino allo stesso accordo. Siamo certi tuttavia che tutto tornerà nei binari tracciati a Firenze.
Sulla scia delle politiche della scorsa primavera, il M5* dovrebbe puntare ad un rafforzamento, tuttavia nel nostro scorrere l'attività svolta in consiglio comunale, questa si esaurisce con le dimissioni di Elena Celentano. Nessun atto a firma del gruppo M5* è stato presentaro in consiglio comunale nel 2018 e quelli del 2017 sono stati a carattere generale quasi sempre condivisi dagli altri gruppi di opposizione che ne erano evidentemente i promotori. Se la percentuale degli elettori che analizza il lavoro svolto nelle sede istituzionali preposte, superasse il 10% (ma forse siamo ottimisti), il M5* a Signa non sarebbe certamente confermato in consiglio comunale.
Grande importanza avrà in tal senso la posizione del Comitato per un Nuovo Ponte per la Piana che sicuramente avrà un peso politico nel panorama signese sia come impegno diretto che indiretto. Allo stato attuale, non credo che nessuna delle forze politiche presenti sul territorio regionale possa ambire alla fiducia del comitato, poichè se è vero che la parte propositiva spetta a chi amministra, è anche vero che le opposizioni non hanno mai messo in discussione il percorso proposto dal PD, nè hanno suggerito strade per addivenire ad una forma di "pressione" sugli enti preposti all'attuazione. In tutto questo si differenzia il M5* che sia pure in maniera sommessa, ha avanzato l'ipotesi ZTL sul ponte fra Signa e Lastra tanto cara al movimento, oltre ad essere l'unico oppositore all'ampliamento della pista di Peretola che sembra aver determinato la fine dell'ipotesi bretellina. Per questi motivi, il comitato come tale o i suoi aderenti a titolo personale, non potranno che andare nella direzione del M5*.
In questo panorama, verrà probabilmente a mancare quella componente di destra che nel 2014 era rappresentata da Signa Tricolore. Come prassi per le liste civiche, queste hanno la vita di un'esperienza, che si chiuse cinque anni fa senza raggiungere il quorum, ma con un ottimo risultato, in quel caso condiviso con FdI. Al momento, in questo frastagliato panorama dove gli elettori votano più le bandiere che le idee, non pare esservi spazio per una lista civica che corra da sola. Non si può tuttavia escludere la possibilità che, come a Firenze e Scandicci, la destra sociale non possa essere rappresentata da Casapound; questo potrebbe accadere solamente con una buona base di giovani che decidesse di riappropriarsi del diritto/dovere di poter decidere sul proprio futuro.
Per concludere, la politica signese al momento poggia su un frenetico immobilismo, dove appare meno l'idea che fare politica sia preminentemente un servizio.
13/01/2018 - Questa la specifica fatta su FB dal capolista di FI a Signa, Gianni Vinattieri: Alessandro, solo una precisazione che non può essere smentita: i tavoli provinciali del centro-destra non hanno assolutamente concordato che Signa sia assegnata a qualcuno.
13/01/2019 - Valentina Quattrone, capogruppo Liberi e Uguali in comune, su FB puntualizza: "Tra i contrari all'ampliamento della pista aeroportuale ti sei scordato di Liberi e Uguali.. sempre noi abbiamo tentato di salvare il tracciato della bretellina proponendo lo spostamento del laghetto."
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