Nuovo ponte: entra in scena Stefano Giorgetti e (forse) il ponte diventa una cosa seria

Fino a 8 anni fa era un'opera di interesse regionale, doveva unire l'interporto di Livorno con l'area industriale di Prato; il fatto che tagliasse in due il territorio del Comune di Signa poco importava anzi, questa autostrada da 360 milioni per 9 km tutta in viadotto e terrapieno fu "venduta" come la panacea di tutti i problemi di Signa. Quando nel 2011 con la crisi economica ed il fallimento delle ditte che partecipavano al project financing, la bretella svanì con i suoi 28,9 milioni di euro di soldi pubblici, il PD locale e regionale, pensò bene di trasformare immediatamente la bretella in una bretella small, come la chiamarono allora. I motivi che portarono a questo furono due: 1) la necessità di dimostrare che i 28,9 milioni non erano persi, ma erano serviti ad acquistare il progetto che poi sarebbe stato modificato in small; 2) perchè il PD locale aveva già imbastito nuovi progetti per i Renai, ufficializzati poi con la delibera CC n. 14/2013, che necessitavano di una viabilità dedicata per poter traghettare un numero doppio di frequentatori rispetto all'attuale 1, 2 milioni.
La manovra da bretella a bretellina ha soddisfatto la Procura della Repubblica per il punto 1), ma non poteva soddisfare la regione, considerata ancora ente attuativo, per il punto 2), avendo perso la strada il suo carattere di rilevanza regionale. Tuttavia la politica aveva tutto l'interesse a portare avanti l'ipotesi bretellina, pur sapendo dal 2013 che l'area Manetti sarebbe stata interessata dallo spostamento del Lago di Peretola. Non c'erano nè alternative, nè soldi; vi era solamente un Partito Democratico diviso in due, dove Signa e la Regione Toscana mantenevano un piede sulle due staffe, sbilanciandosi una volta da una parte e una volta dall'altra, a seconda della convenienza del momento, tanto che gli anti-renziani Rossi e Cristianini diventarono cameleonticamente renziani, salvo poi tornare sui propri passi raggiunto l'obiettivo riconferma il primo e caduta in disgrazia la stella del buon Matteo, il secondo. L'approvazione del Master Plan areoportuale ha reso pubblico lo spartito e costretto gli attori al cambio di copione, ma sono cambiati anche i tempi e le convenienze. Adesso è tempo di elezioni locali e conviene ricompattarsi per trovare tutti insieme, uniti, una via d'uscita che li traghetti alle amministrative ed europee del 2019 ed alle regionali del 2020. Ecco quindi che nella partita entra una nuova figura, quella che ha più competenza di tutti in un'opera che riguarda più la Città Metropolitana che la Regione: Dario Nardella, sindaco di Firenze e della Città Metropolitana.
Fra i compiti del nuovo ente vi è infatti la mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell'ambito metropolitano. E' evidente quindi che Nardella entra di diritto quale referente principale di una programmazione che comprenda un nuovo attraversamento dell'Arno a valle di Firenze.
Programmazione. Il termine programmazione appare da tempo in disuso nella politica, specialmente in una politica in continua evoluzione dove il presente è già passato. Tuttavia, per la buona amministrazione del territorio, è indispensabile che il politico di oggi, "pensi come se non dovesse morire mai" (crf. Giorgio Almirante), poichè la sua visione deve essere rivolta al domani. Interventi spot a macchia di leopardo, svincolati da una programmazione generale, spesso non solo non forniscono che soluzioni parziali, possono anzi andare ad inficiare interventi programmatici risolutivi.
Ecco quindi che la funzione del Sindaco della Città Metropolitana, guarda alla problematica di Signa con occhi diversi da quelli del Sindaco di Signa che si auspicherebbe un ponte nello spaghetto signese di due ferrovie e due fiumi; ecco quindi che forse, si guarda non ad un ponte per Signa, ma ad un ponte per la Città Metropolitana, da inserire in un contesto generale che coinvolga un progetto di mobilità integrata legata alla tramvia, alle piste ciclabili, alla linea ferroviaria; una programmazione rispettosa del territorio, dell'ambiente e che guardi al futuro neppure tanto lontano, tendente ad incentivare l'uso del mezzo pubblico e di una mobilità alternativa di tutta la piana fiorentina. Quello che potrebbe sembrare adesso un obiettivo parziale, si potrebbe rivelare in un futuro neppure tanto lontano (la ferrovia c'è, piste ciclabili anche e facilmente implementabili, linea 4 programmata e di rapida attuazione fino alle Piagge), una soluzione  definitiva ad ovest di Firenze; la migliore soluzione con costi che lascerebbero lo spazio al necessario intervento sull'attuale ponte con il prolungamento di Arte della Paglia in riva destra e la rampa da via di Sotto in riva sinistra. Pensiamo al fatto che fino a ieri, si pensava ad un'opera di 80 milioni (Bambagionia aveva addirittura ipotizzato 125 e forse era più realista); oggi con l'archiviazione della bretellina, siamo calati ad un progetto di 35 milioni, una cifra ben diversa, che lascia la speranza di intervenire poi anche sull'attuale ponte con una spesa totale ben inferiore alla migliore previsione della bretellina.
Una storia, quella del ponte, che denota decenni di fallimenti della sinistra che ha amministrato da sempre tutti gli enti interessati; forse questi fallimenti saranno la fortuna del nostro territorio; l'intervento di Nardella che parla di un ponte in adiacenza alle Piagge, lascerebbe pensare che si sia giunti, dopo anni che chi scrive lo auspica, a quella soluzione che vuole il nuovo attraversamento dell'Arno a San Donnino e non a Signa.
Che Giorgetti abbia messo del suo? Se il progetto è quello, e l'affermazione di Cristianini uscita oggi sul giornale lo lascia proprio confermare. siamo certi che il tecnico signese, braccio destro di Nardella e profondo conoscitore del territorio e delle dinamiche inerenti la mobilità, ne sia il padre putativo.  Che poi dalle promesse si passi ai fatti, che la firma di un sindaco e del presidente della Regione sia solo fumo .... (crf. Cristianini trasmissione Malacaoda del 17/06/2014), questo è un'altro discorso, a noi per il momento piace pensare che ci sia qualcosa di vero e che la politica si sia messa veramente al servizio dei cittadini e del territorio.

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