A Giampiero Fossi il record di candidati
Chi ben comincia è a metà dell'opera.
Fino a tre mesi fa il PD a Signa era spaccato in due, lacerato da lotte intestine senza eguali in passato. Mai le primarie furono più toccasana per un partito. La vittoria di Giampiero Fossi non solo ha ricompattato il PD, ma lo ha reso ancora potenzialmente più forte di prima, riavvicinando intorno al professore anche quella sinistra che si era allontanata dopo anni di prevalenza ex democristiana. Fossi è infatti uomo di sinistra che però non dispiace ai cattolici.
Facciamo due passi indietro.
A Signa già dal settembre 2017si lavorava ad una lista che voleva rappresentare l'antipolitica anche se intrisa di politici di lungo corso; aveva già un nome, Uniti per Signa, ed un carosello variegato di aderenze. C'era un'altra certezza, Signa Tricolore, la lista presente da 5 anni sul territorio e che voleva rappresentare il contenitore di tutta la destra ed il centrodestra: a dicembre 2017 in una riunione presso un noto ristorante di San Mauro, Lega, Fratelli d'Italia, Casapound, Lealtà e Azione, aderiscono al progetto; solamente Forza Italia prende tempo. Poi le politiche dello scorso anno cambiano gli equilibri e gli impegni assunti diventano parole al vento.
Signa Tricolore piano piano si svuota, inizialmente sono i rappresentanti locali di Lealtà e Azione ad allontanarsi a favore di UpS, questione di parentele, mentre per Lega e FdI è una questione di rapporti di forza; il loro simbolo a Signa adesso vale da solo almeno il 15% ed il 4 % e poco importa che non siano radicati sul territorio, la mano politica adesso è loro. La vittoria di Fossi abbiamo già detto che ricompatta il PD che riassorbe tutti o quasi i suoi consiglieri e assessori; Uniti per Signa da questa operazione acquisterebbe credibilità ma.... la convivenza in politica non è facile, e ad oggi la lista non ha espresso il proprio candidato.
Siamo quindi ad oggi. Il centrodestra non è unito, salvo prossime operazioni di facciata, è stato lacerato dalle contrattazioni dei dirigenti provinciali e regionali, contrattazioni che hanno considerato solamente il risultato nazionale, non tenendo conto del territorio e che spesso sono state condizionate dalle ambizioni personali degli stessi trattanti. Qualcuno dovrà prima o poi riflettere su come le primarie di coalizione avrebbero influito in positivo o negativo sull'esito elettorale, ma il termine primarie lo sappiamo, non appartiene al dizionario della destra.
Oggi, ad appena tre mesi da quel 9 dicembre, Fossi è già riuscito a superare il candidato Cristianini per numero di liste, quattro contro le tre che furono del sindaco uscente. La macchina del PD si dimostra tutt'altro che logora e, mentre Cristianini si spende in prima persona lanciando la volata finale a Fossi e alla sua futura funzione di vice sindaco con delega ai lavori pubblici, il partito mette in campo non meno di 60 candidati, un numero impressionante, se solo si pensa anche alle nuove adempienze imposte dalla legge n. 3 del 2019, la "spazzacorrotti", che richiede ad ogni candidato l'obbligo di presentare e rendere pubblico, prima sul sito internet del partito o lista e poi su quello del comune, il curriculm vitae ed il certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale. Due adempimenti che impegneranno non poco i candidati, costretti a "svelarsi al popolo", ma anche la macchina del partito impegnata a raccogliere per le quattro liste, almeno 500 firme per poter dormire sonni tranquilli.
Qualcuno chiede di M5* e Forza Italia. Per i primi vale quanto affermato nel precedente post di febbraio, per Forza Italia chiedere a chi si è seduto ai citati tavoli di contrattazione, con un'unica nota: nessun partito rinuncia facilmente a presentare il proprio simbolo alle comunali, lo stesso giorno in cui si vota alle europee.
Rifondazione Comunista resta l'ultima appendice di una sinistra irriducibile che cerca l'ultimo, improbabile, colpo di coda. La sola presentazione della lista rappresenterebbe comunque un motivo d'orgoglio.
Lo Zibaldone di Signa, fra il serio e il faceto.
Fino a tre mesi fa il PD a Signa era spaccato in due, lacerato da lotte intestine senza eguali in passato. Mai le primarie furono più toccasana per un partito. La vittoria di Giampiero Fossi non solo ha ricompattato il PD, ma lo ha reso ancora potenzialmente più forte di prima, riavvicinando intorno al professore anche quella sinistra che si era allontanata dopo anni di prevalenza ex democristiana. Fossi è infatti uomo di sinistra che però non dispiace ai cattolici.
Facciamo due passi indietro.
A Signa già dal settembre 2017si lavorava ad una lista che voleva rappresentare l'antipolitica anche se intrisa di politici di lungo corso; aveva già un nome, Uniti per Signa, ed un carosello variegato di aderenze. C'era un'altra certezza, Signa Tricolore, la lista presente da 5 anni sul territorio e che voleva rappresentare il contenitore di tutta la destra ed il centrodestra: a dicembre 2017 in una riunione presso un noto ristorante di San Mauro, Lega, Fratelli d'Italia, Casapound, Lealtà e Azione, aderiscono al progetto; solamente Forza Italia prende tempo. Poi le politiche dello scorso anno cambiano gli equilibri e gli impegni assunti diventano parole al vento.
Signa Tricolore piano piano si svuota, inizialmente sono i rappresentanti locali di Lealtà e Azione ad allontanarsi a favore di UpS, questione di parentele, mentre per Lega e FdI è una questione di rapporti di forza; il loro simbolo a Signa adesso vale da solo almeno il 15% ed il 4 % e poco importa che non siano radicati sul territorio, la mano politica adesso è loro. La vittoria di Fossi abbiamo già detto che ricompatta il PD che riassorbe tutti o quasi i suoi consiglieri e assessori; Uniti per Signa da questa operazione acquisterebbe credibilità ma.... la convivenza in politica non è facile, e ad oggi la lista non ha espresso il proprio candidato.
Siamo quindi ad oggi. Il centrodestra non è unito, salvo prossime operazioni di facciata, è stato lacerato dalle contrattazioni dei dirigenti provinciali e regionali, contrattazioni che hanno considerato solamente il risultato nazionale, non tenendo conto del territorio e che spesso sono state condizionate dalle ambizioni personali degli stessi trattanti. Qualcuno dovrà prima o poi riflettere su come le primarie di coalizione avrebbero influito in positivo o negativo sull'esito elettorale, ma il termine primarie lo sappiamo, non appartiene al dizionario della destra.
Oggi, ad appena tre mesi da quel 9 dicembre, Fossi è già riuscito a superare il candidato Cristianini per numero di liste, quattro contro le tre che furono del sindaco uscente. La macchina del PD si dimostra tutt'altro che logora e, mentre Cristianini si spende in prima persona lanciando la volata finale a Fossi e alla sua futura funzione di vice sindaco con delega ai lavori pubblici, il partito mette in campo non meno di 60 candidati, un numero impressionante, se solo si pensa anche alle nuove adempienze imposte dalla legge n. 3 del 2019, la "spazzacorrotti", che richiede ad ogni candidato l'obbligo di presentare e rendere pubblico, prima sul sito internet del partito o lista e poi su quello del comune, il curriculm vitae ed il certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale. Due adempimenti che impegneranno non poco i candidati, costretti a "svelarsi al popolo", ma anche la macchina del partito impegnata a raccogliere per le quattro liste, almeno 500 firme per poter dormire sonni tranquilli.
Qualcuno chiede di M5* e Forza Italia. Per i primi vale quanto affermato nel precedente post di febbraio, per Forza Italia chiedere a chi si è seduto ai citati tavoli di contrattazione, con un'unica nota: nessun partito rinuncia facilmente a presentare il proprio simbolo alle comunali, lo stesso giorno in cui si vota alle europee.
Rifondazione Comunista resta l'ultima appendice di una sinistra irriducibile che cerca l'ultimo, improbabile, colpo di coda. La sola presentazione della lista rappresenterebbe comunque un motivo d'orgoglio.
Lo Zibaldone di Signa, fra il serio e il faceto.
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