PONTE: perchè non lo faranno a Signa

Lo faranno, prima o poi lo faranno ma non a Signa. Vediamo perchè.
SOLDI
I soldi verranno dalla Regione e/o dall'Europa ma sempre tramite la regione; qualcosa ci metterà la Città Metropolitana e magari qualcosa anche Firenze e Signa, ma i casi sono due: o sono più di 35 milioni, oppure il ponte non segue il percorso ad oggi presentato.
Iniziamo col dire che è impossibile o poco professionale, stabilire un costo prima ancora di aver fatto un progetto esecutivo. Si potrebbe azzardare una cifra molto approssimativa, ma solo qualora vi fosse già un progetto simile da prendere per esempio, ma nessuno vi ha mai fatto riferimento e di fatto non pensiamo che ci sia un'ipotesi simile di cavalcavia (non chiamiamolo ponte), di 800 metri ed altri due km circa di nuova viabilità in pilotis e/o terrapieno, per poi innalzarsi per superare l'Arno e, ancora più in alto, le due linee ferroviarie di cui una già sopraelevata, poi scendere in pilotis nell'area dei Renai e superare con un secondo ponte il Bisenzio per immettersi in Arte della Paglia. Inoltre, prima di parlare di soldi e di tempi, dovremo fare i conti con la VIA, in un Sito di Interesse Comunitario e per non farci mancare nulla, diciamo pure che è  presente anche la linea di alta tensione.
Per quanto sopra, 35 milioni ci sembrano più una cifra buttata li più per evitare il processo partecipativo che per altro, ammesso appunto, che non si parli di altro.
Mettiamoci poi nei panni dell'Ente attuatore, la Regione toscana, ma non solo, anche nei panni del presidente della Città Metropolitana e pensiamo che il loro compito è investire il denaro pubblico nell'interesse di una molteplicità di cittadini e non di una minoranza di questi. Lo scopo dell'opera è quello di creare una nuova infrastruttura che colleghi l'uscita di Lastra della FIPILI con la maggiore arteria stradale in riva destra d'Arno, che è via Pistoiese e da qui, Campi Bisenzio, Osmannoro, Prato ed aree limitrofe. Tale nuova viabilità, deve raccogliere tanti più utenti possibile per alleviare il congestionato traffico fra Lastra e Signa, ma anche del viadotto dell'Indiano e aree limitrove in riva destra e sinistra, che nelle ore di punta, vede file interminabili.
Dovendo creare un nuovo attraversamento dell'Arno fra l'Indiano e Signa, chi di voi, Presidente della Regione o della Città Metropolitana, andrebbe a spendere decine di milioni per un nuovo ponte a trecento metri dall'esistente,  con le maggiori difficoltà tecniche e quindi costi maggiori di ogni altra soluzione possibile in quel tratto di dieci km?
Svincolandovi dalla veste di signesi, come cittadini toscani o della città metropolitana, riterreste più utile un ponte dove adesso ipotizzato o magari a metà strada fra i due esistenti? Che differenza fa per chi è diretto a Campi, Osmannoro, Prato, o aree limitrofe, passare dall'Indicatore o 800 metri a monte?
Come potrebbe incidere un nuovo ponte a Signa sul traffico dell'Indiano? Diciamolo chiaramente, in maniera molto marginale e, se vogliamo essere onesti, inciderebbe neppure più di tanto sulla situazione ambientale di Signa dove, da un lato si andrebbe a creare un miglior scorrimento di veicoli, ma dall'altro, aumenterebbe il traffico, soprattutto quello pesante che ora trova la barriera del sottopasso.
Se riusciamo quindi a spogliarci dalle vesti di signesi, la risposta non può che essere una e ricondotta alle frequenti contraddizioni che colpiscono il Sindaco di Signa e quello di Firenze, quando sono chiamati a rispondere in merito al percorso: un ponte si farà, prima o poi, ma non sarà a Signa.
DOVE.
Nardella cita continuamente come beneficiari della nuova opera, il viadotto dell'Indiano, il quartiere 4 e la zona di Firenze ovest; abbiamo già visto come un nuovo ponte ai margini dell'abitato di Signa, non inciderebbe assolutamente sui quartieri 4 e 5 di Firenze. Questa mattina, al programma radiofonico di Lady Radio, un Nardella molto preparato nel rispondere in maniera precisa alle domande che venivano poste, nel dare l'indicazione sul nuovo ponte non ha rammentato Signa, ma la frazione di San Mauro che invece, secondo il disegno presentato alla cittadinanza ad oggi, non sarebbe minimamente toccata dal progetto. Ha affermato inoltre che verrebbe "dopo i laghetti", mentre il progetto attuale vede la nuova viabilità passare fra i laghetti.
Ancor più clamorosa l'affermazione a caldo del Sindaco Cristianini che ebbe modo di citare il parcheggio scambiatore della Linea 4 della Tramvia; tutti sappiamo che il progetto tramvia allo stato attuale prevede l'arrivo alle Piagge in via Lombardia, mentre le due ipotesi future sono una (quella  data più probabile) il suo proseguo lungo via di San Donnino, svolta a destra in via Campania per immettersi in via Pistoiese dove proseguirebbe sulla nuova Pistoiese fino alla rotonda fra San Donnino e San Piero a Ponti all'altezza di via dei Platani, per poi proseguire in direzione Campi lungo la nuova strada ( viale Liberto Roti).

Una seconda ipotesi, dichiarata però decaduta dall'assessore Giorgetti in quanto più costosa, prevedeva il proseguimento parallello alla ferrovia fino alla stazione di San Donnino, per poi da li proseguire parallela alla via Dei Bassi, via dei Platani, rotatoria e nuova viabilità di Campi, in pratica parallela a quello che potrebbe essere il percorso della nuova strada, qualora il ponte fosse fatto all'altezza di San Donnino. 
In entrambi casi, un nuovo ponte a Signa che si colleghi con via Arte della Paglia, non avrebbe nessuna attinenza con la linea 4 nè nel progetto attuale e neppure in quelli futuristici; ma Cristianini non può aver citato il parcheggio scambiatore a caso, chiamerei più facilmente in causa Freud.

     Agatha Christie, affermava che "una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze fanno un indizio, tre coincidenze fanno una prova".

Un amministratore, un amministratore lungimirante, che attua il principio del buon padre di famiglia, non può non tenere conto che questi soldi, una volta reperiti, debbano essere spesi nel miglior modo possibile, ed il miglior modo è quello di una infrastruttura che non resti fine a se stessa, ma che risulti integrata con quanto esistente e con quanto già previsto, per un rapporto costi/benefici più favorevole possibile e come non può essere più favorevole quando un'infrastruttura deve superare un solo fiume (Arno) anzichè due (Arno e Bisenzio) ed una sola ferrovia anzichè due, quindi stessa lunghezza ma un costo e difficoltà tecniche inferiori? Come non può essere più favorevole se anzichè terminare nel vuoto di via Arte della Paglia, risulta collegata ad una stazione ferroviaria (San Donnino o Piagge) una linea tramviaria (linea 4), una passerella pedo/ciclabile (Badia/San Donnino), una viabilità nuova come quella di Campi Bisenzio destinata a terminare a nord all'altezza della ex Longinotti/via Pratese?

Perchè allora presentare l'attuale progetto se poi non è quello reale?
Perchè non è un progetto e non è costato nulla, una piccola bugia in cambio di tanti favori che da decenni Signa fa all'intera piana fiorentina mettendo 1/3 del suo territorio a disposizione per la sicurezza idraulica prima e per l'aeroporto adesso; una bugia per i lenzuoli, ma questa volta, quello che sarà interpretato quale l'ennesimo fallimento,  risulterà una soluzione giusta, la prima dopo 25 anni. Ma loro non lo sanno.


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