Con UPS entra nel vivo la politica signese
Stiamo lavorando per il futuro ma con argomenti del passato; questo potrebbe essere il leitmotiv dell'attuale momento politico signese, alimentato soprattutto dai ripetuti interventi di UPS.
Cimiteri, viabilità, rifiuti, partecipazione popolare; questi i temi che hanno "scaldato" questa prima fase del mandato di Fossi; temi ormai ricorrenti che non trovano soluzione o che sono oggetto di valutazioni divergenti.
E' evidente che difficilmente si può giungere a conclusioni convergenti, tuttavia vi sono elementi oggettivi che non ammettono repliche.
Vediamo velocemente i primi due: Cimiteri e Viabilità
- Cimiteri. Dopo la messa in sicurezza del muro perimetrale di quello di Lecore, il problema si sposta a San Mauro dove il cimitero necessita di un intervento strutturale che sarà estremamente più impegnativo. Là dove si poteva e si doveva intervenire subito, si è lasciato che la situazione degenerasse fino a giungere all'emergenza e non stiamo parlando solamente delle due ali di loculi, ma anche della parte nuova dove è ben visibile il movimento di terreno alla base e le ampie crepe sulla parete che guarda su via Dino Campana. A questo aggiungiamo poi la necessità di intervenire anche sulla copertura con tegole "volate via" e calate non più collegate alle grondaie. Se alle opere di consolidamento uniamo le rigide norme che vincolano le aree cimiteriali, possiamo ipotizzare un impegno di spesa estremamente impegnativo per i cittadini di Signa.
- Viabilità. Si è discusso sulle asfaltature a macchia di leopardo effettuate durante la campagna elettorale; una "furberia" politica che ha utilizzato in un periodo particolare, sia i fondi elargiti dall'attuale governo, che quelli derivati dagli interventi eseguiti per conto delle aziende fornitrici di servizi. Interventi che abbiamo definito "a macchia di leopardo", ma perchè stupirsi, quando a macchia di leopardo si è sempre intervenutiti nella programmazione del territorio del nostro comune?
Per quanto riguarda il nuovo ponte, ovviamente silenzio assoluto fino a dicembre, quando dovremo essere informati sulla fattibilità di quello elettoralmente promesso a duecento metri dall'attuale. Il prossimo anno sappiamo che si eleggerà un nuovo consiglio regionale ed allora le promesse elettorali avranno una rilevanza territoriale ben più ampia rispetto a quella delle Signe. Ecco quindi che da circa un anno si monitora con attenzione l'andamento del traffico sul ponte del'Indiano, quotidianamente teatro di incidenti stradali che hanno ripercussione anche sulla A11 e sulla FIPILI, oltre ovviamente che sui quartieri 4 e 5 di Firenze. La vicinanza politica dell'attuale giunta all'assessore della città gigliata Giorgetti ed al presidente del consiglio regionale Giani ed il distacco da Bambagioni, potrebbe anche significare, almeno nell'immediato, l'abbandono di certi programmi di sviluppo dell'area dei Renai, programmi che avrebbero necessitato di una viabilità appropriata. I reiterati riferimenti da parte di Nardella e Giani alla necessità di alleggerire il carico di traffico sul ponte dell'Indiano ed il lapsus dell'ex sindaco di Signa come riportato sulla stampa ("il ponte terminerà al parcheggio scambiatore della linea 4"), lascerebbero pensare che, laghetto o non laghetto, il ponte si farà ma a metà distanza fra l'Indiano e Signa e se così fosse, come mi auspico, vorrebbe dire che la decisione del prossimo dicembre era già decisa prima ancora iniziassero le ironie sul giglio che campeggia sulla bozza presentata. Intanto si sono ancora e per l'ennesima volta, spenti i riflettori sulla passerella di San Donnino. Era il 2011 quando Gheri (Scandicci), Cristianini (Signa) e Chini (Campi Bisenzio), presentarono il progetto come "assoluta priorità del territorio". Il progetto (3,5 milioni di euro finanziati principalmente dall'Alta Velocità), aveva impegnato il consiglio comunale di Signa in una variante del regolamento urbanistico, si era poi perso nei meandri degli enti, per riemergere lo scorso autunno con la recinzione dell'area sulle due sponde e l'inizio della bonifica bellica. In tale occasione, erano presenti in pompa magna Fallani (Scandicci), Fossi (Campi Bisenzio) e Cristianini (Signa); l'inizio dei lavori era indicato nella primavera del 2019; siamo a metà estate ed il cantiere appare in completo abbandono.
Rimanendo in ambito viabilità, apprendiamo con moderata soddisfazione la chiusura dell'iter che porterà ad avere anche a Signa un primo abbozzo di rete viaria ciclabile.
Da subito si è aperta la disputa fra favorevoli e non, ma al di là delle abitudini di ciascuno nello spostarsi, occorre considerare che le opere saranno frutto di fondi inutilizzabili per altro, tenendo inoltre presente che la sicurezza di ciclisti e pedoni sulle nostre strade di epoca medioevale, è anche la sicurezza degli amanti del veicolo a motore, poiché ad ogni sinistro stradale, di solito si partecipa in due.
La possibilità quindi di transitare in carreggiata protetta dalla rotatoria della Pubblica Assistenza fino a via delle Bertesche e da li fino a via della Monaca per poi terminare in promiscuità in via Dino Campana e quindi nella frazione di San Piero a Ponti, rappresenta il primo vero passo per la messa in sicurezza delle nostre strade e non certo un vezzo per i ciclisti, come qualcuno vorrebbe far credere. Certo, si poteva fare meglio, sarà comunque un rischio attraversare la via delle Bertesche, ci auspichiamo che l'accesso dei veicoli a motore in via della Monaca sia riservato ai soli titolari dei fondi, si poteva iniziare a nostro avviso da via Argine Strada che già ha visto più di un evento mortale nel recente passato, si poteva senza dubbio prevedere da subito un impianto di illuminazione; vero tutto, ma non si poteva certo lasciare che dei fondi elargiti per tale tipo di viabilità, tornassero al mittente. Come si suol dire, da una parte si deve iniziare e speriamo che rappresenti l'inizio di una rete ramificata e quindi proficua, di mobilità alternativa che vada almeno in parte a sopperire alla quasi totale assenza di collegamento fra il capoluogo e le frazioni mediante mezzi pubblici.
Cimiteri, viabilità, rifiuti, partecipazione popolare; questi i temi che hanno "scaldato" questa prima fase del mandato di Fossi; temi ormai ricorrenti che non trovano soluzione o che sono oggetto di valutazioni divergenti.
E' evidente che difficilmente si può giungere a conclusioni convergenti, tuttavia vi sono elementi oggettivi che non ammettono repliche.
Vediamo velocemente i primi due: Cimiteri e Viabilità
- Cimiteri. Dopo la messa in sicurezza del muro perimetrale di quello di Lecore, il problema si sposta a San Mauro dove il cimitero necessita di un intervento strutturale che sarà estremamente più impegnativo. Là dove si poteva e si doveva intervenire subito, si è lasciato che la situazione degenerasse fino a giungere all'emergenza e non stiamo parlando solamente delle due ali di loculi, ma anche della parte nuova dove è ben visibile il movimento di terreno alla base e le ampie crepe sulla parete che guarda su via Dino Campana. A questo aggiungiamo poi la necessità di intervenire anche sulla copertura con tegole "volate via" e calate non più collegate alle grondaie. Se alle opere di consolidamento uniamo le rigide norme che vincolano le aree cimiteriali, possiamo ipotizzare un impegno di spesa estremamente impegnativo per i cittadini di Signa.
- Viabilità. Si è discusso sulle asfaltature a macchia di leopardo effettuate durante la campagna elettorale; una "furberia" politica che ha utilizzato in un periodo particolare, sia i fondi elargiti dall'attuale governo, che quelli derivati dagli interventi eseguiti per conto delle aziende fornitrici di servizi. Interventi che abbiamo definito "a macchia di leopardo", ma perchè stupirsi, quando a macchia di leopardo si è sempre intervenutiti nella programmazione del territorio del nostro comune?
Per quanto riguarda il nuovo ponte, ovviamente silenzio assoluto fino a dicembre, quando dovremo essere informati sulla fattibilità di quello elettoralmente promesso a duecento metri dall'attuale. Il prossimo anno sappiamo che si eleggerà un nuovo consiglio regionale ed allora le promesse elettorali avranno una rilevanza territoriale ben più ampia rispetto a quella delle Signe. Ecco quindi che da circa un anno si monitora con attenzione l'andamento del traffico sul ponte del'Indiano, quotidianamente teatro di incidenti stradali che hanno ripercussione anche sulla A11 e sulla FIPILI, oltre ovviamente che sui quartieri 4 e 5 di Firenze. La vicinanza politica dell'attuale giunta all'assessore della città gigliata Giorgetti ed al presidente del consiglio regionale Giani ed il distacco da Bambagioni, potrebbe anche significare, almeno nell'immediato, l'abbandono di certi programmi di sviluppo dell'area dei Renai, programmi che avrebbero necessitato di una viabilità appropriata. I reiterati riferimenti da parte di Nardella e Giani alla necessità di alleggerire il carico di traffico sul ponte dell'Indiano ed il lapsus dell'ex sindaco di Signa come riportato sulla stampa ("il ponte terminerà al parcheggio scambiatore della linea 4"), lascerebbero pensare che, laghetto o non laghetto, il ponte si farà ma a metà distanza fra l'Indiano e Signa e se così fosse, come mi auspico, vorrebbe dire che la decisione del prossimo dicembre era già decisa prima ancora iniziassero le ironie sul giglio che campeggia sulla bozza presentata. Intanto si sono ancora e per l'ennesima volta, spenti i riflettori sulla passerella di San Donnino. Era il 2011 quando Gheri (Scandicci), Cristianini (Signa) e Chini (Campi Bisenzio), presentarono il progetto come "assoluta priorità del territorio". Il progetto (3,5 milioni di euro finanziati principalmente dall'Alta Velocità), aveva impegnato il consiglio comunale di Signa in una variante del regolamento urbanistico, si era poi perso nei meandri degli enti, per riemergere lo scorso autunno con la recinzione dell'area sulle due sponde e l'inizio della bonifica bellica. In tale occasione, erano presenti in pompa magna Fallani (Scandicci), Fossi (Campi Bisenzio) e Cristianini (Signa); l'inizio dei lavori era indicato nella primavera del 2019; siamo a metà estate ed il cantiere appare in completo abbandono.
Rimanendo in ambito viabilità, apprendiamo con moderata soddisfazione la chiusura dell'iter che porterà ad avere anche a Signa un primo abbozzo di rete viaria ciclabile.
Da subito si è aperta la disputa fra favorevoli e non, ma al di là delle abitudini di ciascuno nello spostarsi, occorre considerare che le opere saranno frutto di fondi inutilizzabili per altro, tenendo inoltre presente che la sicurezza di ciclisti e pedoni sulle nostre strade di epoca medioevale, è anche la sicurezza degli amanti del veicolo a motore, poiché ad ogni sinistro stradale, di solito si partecipa in due.
La possibilità quindi di transitare in carreggiata protetta dalla rotatoria della Pubblica Assistenza fino a via delle Bertesche e da li fino a via della Monaca per poi terminare in promiscuità in via Dino Campana e quindi nella frazione di San Piero a Ponti, rappresenta il primo vero passo per la messa in sicurezza delle nostre strade e non certo un vezzo per i ciclisti, come qualcuno vorrebbe far credere. Certo, si poteva fare meglio, sarà comunque un rischio attraversare la via delle Bertesche, ci auspichiamo che l'accesso dei veicoli a motore in via della Monaca sia riservato ai soli titolari dei fondi, si poteva iniziare a nostro avviso da via Argine Strada che già ha visto più di un evento mortale nel recente passato, si poteva senza dubbio prevedere da subito un impianto di illuminazione; vero tutto, ma non si poteva certo lasciare che dei fondi elargiti per tale tipo di viabilità, tornassero al mittente. Come si suol dire, da una parte si deve iniziare e speriamo che rappresenti l'inizio di una rete ramificata e quindi proficua, di mobilità alternativa che vada almeno in parte a sopperire alla quasi totale assenza di collegamento fra il capoluogo e le frazioni mediante mezzi pubblici.
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