SIGNA: dalla caduta del muro alla costruzione di ponti (ideologici)
Trenta anni da quel 9 novembre 1989 che i più individuano come la caduta dell'ideologia comunista, "della grande utopia e della grande violenza", aveva dichiarato questa mattina il consigliere metropolitano del centrodestra Gandola in occasione del patto di amicizia siglato fra i comuni di Signa e di Puke (Albania). Questo pomeriggio, in occasione dell'inaugurazione del monumento che rievoca l'evento, il Sindaco di Signa Giampiero Fossi, nel suo accorato intervento è andato oltre, affermando che il comunismo era morto già nel 1961 quando il muro fu costruito a simbolo materiale e ideologico della divisione dei popoli.
E' evidente che oggi tale affermazione non può che trovare tutti concordi, ma solo con la primavera di Praga sette anni dopo, si avrà un primo timido distacco del PCI dall'egemonia sovietica, quando Longo, non solo a parole, ebbe il coraggio di fare ciò che non aveva fatto Togliatti nel 1956 in occasione della ancor più violenta repressione ungherese. Bello il parallelo che Fossi fa fra il muro che divideva i popoli e la sensazione di privazione della libertà che aveva lui da bambino, nel subire una pur innocente recinzione che lo separava dall'amico dell'orto accanto.
Fossi si dimostra come sempre inclusivo e ringrazia non solo le personalità, ma anche i gruppi consiliari di maggioranza e opposizione presenti; la cerimonia continua poi con gli interventi del sindaco di Puke, dei rappresentanti di Lastra e Campi e del Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Gianni, onnipresente ma in ritardo di un'ora all'appuntamento, ritardo che non ci consente di rimanere oltre dovendo affrontare via Argine Strada in bicicletta e non volendo farlo con le luci artificiali in mancanza di un percorso protetto.
Al rientro, sui social non mancano le prese di posizione ironiche per quanto scritto sul retro del muro, un riferimento a ponti che i sgnesi, sempre fra il serio e faceto, non possono che trasmigrare dall'ideologico al materiale.
E' evidente che oggi tale affermazione non può che trovare tutti concordi, ma solo con la primavera di Praga sette anni dopo, si avrà un primo timido distacco del PCI dall'egemonia sovietica, quando Longo, non solo a parole, ebbe il coraggio di fare ciò che non aveva fatto Togliatti nel 1956 in occasione della ancor più violenta repressione ungherese. Bello il parallelo che Fossi fa fra il muro che divideva i popoli e la sensazione di privazione della libertà che aveva lui da bambino, nel subire una pur innocente recinzione che lo separava dall'amico dell'orto accanto.
Fossi si dimostra come sempre inclusivo e ringrazia non solo le personalità, ma anche i gruppi consiliari di maggioranza e opposizione presenti; la cerimonia continua poi con gli interventi del sindaco di Puke, dei rappresentanti di Lastra e Campi e del Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Gianni, onnipresente ma in ritardo di un'ora all'appuntamento, ritardo che non ci consente di rimanere oltre dovendo affrontare via Argine Strada in bicicletta e non volendo farlo con le luci artificiali in mancanza di un percorso protetto.
Al rientro, sui social non mancano le prese di posizione ironiche per quanto scritto sul retro del muro, un riferimento a ponti che i sgnesi, sempre fra il serio e faceto, non possono che trasmigrare dall'ideologico al materiale.
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