Perché il SI al Referendum è per tutti un'occasione irripetibile
Il referendm costituzionale che porterà al taglio di oltre 350 parlamentari rappresenta un'occasione di democrazia diretta, e la vittoria del SI rappresenterebbe quanto di più propositivo possa avvenire per l'attuale classe politica che si troverebbe a poter dimostrare la sua capacità di legiferare, di portare avanti quelle riforme da sempre sbandierate e mai attuate. Il taglio dei parlamentari non si avrebbe infatti in questa legislatura ma dalla prossima e l'attuale parlamento avrebbe oltre due anni di tempo per legiferare e adeguare la legge elettorale, il funzionamento delle commissioni e le disposizioni per l'elezione del Presidente della Repubblica, al cambiamento dettato dal referendum. Due anni e mezzo sono pochi? In questo caso tutti a casa e subito!
Ho sentito i motivi di chi opta per il NO al cambiamento, argomenti che a mio avviso non hanno nessun fondamento che esuli dall'interesse che trova nel termine televisivo di tronista e dei suoi corteggiatori la sua definizione più appropriata. Andiamo allora a vedere in maniera semplice e intuitiva i motivi del mio SI.
Si dice che il contenuto del voto è falsato dall'anticasta ormai radicato nel popolo. Qualcuno si domandi il perché.
Gli italiani risparmiano solo un caffè a testa? Un caffè guadagnato, ma aggiungerei anche una brioche, poiché dobbiamo considerare anche il risparmio per la gestione degli uffici, con meno personale, meno utenze, meno rimborsi, meno fondi ai gruppi. Quindi andiamo ben oltre gli 82 milioni calcolati per i soli stipendi dei parlamentari, il "baraccone" si sgonfierebbe molto di più.
I partiti minori rischiano di non essere più rappresentati. Non dovevamo giungere al bipolarismo? Ne resteranno anche troppi.
Si dice che il taglio non rientra in un contesto più generale di riforma e che di fatto non renderà più efficiente il parlamento? L'attuale parlamento si attivi affinché lo sia, ha ancora tre anni di tempo.
Il fondo si tocca tuttavia con la panacea della democrazia, termine utilizzato a fini intimidatori: secondo i fautori del NO, viene leso il diritto di rappresentanza dei cittadini e conseguentemente la democrazia viene limitata. Fermo restando che le capacità di movimento nel territorio e i mezzi di comunicazione si sono esponenzialmente evoluti e quindi le possibilità di essere a contatto con il cittadini, sono oggi ben più elevate rispetto a metà del novecento, ci si dimentica di una cosa fondamentale: l'Italia è l'unico Paese al mondo ad avere un bicameralismo paritario, due camere che svolgono lo stesso lavoro! La democrazia è quindi più che salvaguardata!
E' poi importante ricordare l'evoluzione cronologica dell'attuale sistema legislativo che non è quello del '48 ma è conseguente alla legge costituzionale n. 2 del 1963. In quella data, c'era la "Freccia del Sud" il treno che collegava Milano a Palermo in 23 ore 55 minuti, adesso con il "Freccia Rossa" il tempo è di 14 ore e 55 minuti, ovvero 9 ore in meno. Che dire poi di internet che consente adesso di effettuare videoconferenze, da qualsiasi parte del mondo senza spostarsi? La rappresentatività nella diminuzione del numero è quindi ampiamente garantita dall'evoluzione tecnologica. Occorre inoltre prendere atto che nel 1970 vennero istituite le 20 regioni, cinque delle quali a statuto speciale oltre a due province autonome. Questi nuovi enti hanno potere di legiferare in maniera autonoma in determinati settori di importanza vitale come per esempio stiamo verificando in questo periodo per la sanità e quello non meno importante del governo del territorio.
Per quanto sopra, preso atto comunque che oggi come domani sono i partiti e non il popolo che vanno a formare le liste dei candidati (chi parla di democrazia e rappresentatività curi questo aspetto) è evidente che votare SI rappresenta non solo un'opportunità ma un dovere, perché non è comunque il numero che garantisce democrazia e benessere, ma la qualità delle persone deputate a decidere. ed è su quello che dovremo poi prestare la massima attenzione.
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