La cittadinanza onoraria a Mussolini fu un errore, ma la storia non si cambia.
Con l'approvazione di un ordine del giorno equilibrato e dal tono fermo ma inclusivo, il consiglio comunale di ieri ha preso le distanze dalla deliberazione del 24 maggio 1924 che aveva assegnato la cittadinanza onoraria all'allora presidente del consiglio Benito Mussolini.
E' Viola Valguarnera che presenta il documento e ne ricorda la nascita, un iter che è partito dall'ANPI e che era teso a raggiungere il consenso di tutti i gruppi consiliari per un voto all'unanimità come già era accaduto lo scorso secolo. Non è stato così, tuttavia la discussione è stata pacata ed il voto finale ha trovato anche parte dell'opposizione favorevole con UPS; astenuto il neo gruppo misto, De Franco ha scelto di non partecipare al voto.
Aveva provato Mannelli, fino ad allora partecipe silenzioso alla seduta consiliare, a forzare gli animi, avanzando un timido tentativo di revoca della cittadinanza; incalzato da De Franco, Mannelli è stato costretto a proporre un emendamento che tuttavia non ha trovato nessun riscontro in aula ed anzi, dopo la presa di posizione di Binella e Quaresima a difesa dell'ordine del giorno nella forma integrale come presentata, la stessa capogruppo del PD Valguarnera ha ricordato nuovamente come il contenuto del documento era frutto di una richiesta dell'ANPI e che la volontà era quella di riconoscere l'errore ma nel rispetto di quella che era stata la deliberazione di un organo collegiale eletto in un periodo di forti attriti sociali ma pur sempre con sistema democratico e pluralista, cosa che non avverrà poi a seguire con il concretizzarsi del regime fascista, l'abolizione degli organi elettivi e l'istituzione dei podestà.
Come sempre particolarmente articolato l'intervento del capogruppo di UPS Vinattieri che liquida a sua volta la proposta di emendamento presentata da Mannelli, abbracciando favorevolmente il contenuto integrale dell'OdG. L'emendamento non viene neppure posto in votazione, Mannelli incassa e si adegua.
Signa ha già riparato all'errore di quella deliberazione con l'operato della cittadinanza durante la "resistenza", la medaglia d'argento conferita al gonfalone ne è il giusto riconoscimento, questo è il pensiero comune, ma la storia non si cambia.
L'auspicio adesso è quello che superata l'esperienza Covid19, si affronti in altra sede con una o più serate, lo studio di come visse Signa il periodo dal 1914, anno in cui i socialisti si dimisero in massa dal consiglio comunale costringendo il prefetto alla nomina del commissario prefettizio che rimase in carica fino al 1923, all'entrata in guerra; un quarto di secolo del quale troppo poco si è parlato fino ad oggi.
Degli altri punti in programma, preme accennare all'ennesimo voto contrario della maggioranza in relazione alle videoriprese del consiglio comunale. L'attuale proiezione in streaming delle sedute, avviene in conseguenza dell'emergenza sanitaria adesso in atto; UPS chiedeva che si procedesse in un regolamento propedeutico al proseguimento anche conclusa l'emergenza, come prevede la norma. Accampando problematiche di carattere organizzativo ed economico, la maggioranza pur dichiarandosi favorevole e nonostante De Franco avesse puntualizzato come la stesura del regolamento non avrebbe impegnato l'amministrazione ad attuare da subito la pubblicazione delle immagini, ma avrebbe poi reso più celere l'iter al momento opportuno, in particolare con il trasferimento della sala consiliare nei nuovi locali di via Cavour previsto per fine 2021, nonostante tutto la mozione è stata bocciata, come già accaduto nell'ormai lontano 30 settembre 2010 quando a presentarla fu chi scrive o nella scora consiliatura quando ci provò il M5*. E' apparso particolarmente curioso il termine "pericoloso" utilizzato dal consigliere Binella relativamente all'approvazione di una simile mozione.
A Signa per quanto riguarda la trasparenza dei lavori consiliari, il tempo si è fermato ma a dire il vero, la cittadinanza non sente ancora la necessità di tali innovazioni, se solo si consideri che le connessioni alla seduta di ieri sono state nella media di 20, troppo poche, un elemento di sicura riflessione per partiti e movimenti, il segno di un fallimento per gli stessi circoli ricreativi che evidentemente non riescono a stuzzicare l'interesse dei cittadini al governo della loro città. Ormai l'analfabetismo è debellato, ma forse l'innovazione tecnologica ha preso l'indirizzo sbagliato, rendendoci tutti politicamente e civicamente analfabeti.
Nella foto in alto estrapolata da internet, Viola Valguarnera, capogruppo PD
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