Ledo Gori e Enrico Rossi: trent'anni insieme. Dal PCI a PD risalendo la corrente dell'Arno da Pontedera a Firenze, passando per Signa


Col tempo vedremo le responsabilità, per il momento una cosa è certa: l'ndrangheta ha messo le mani sullo smaltimento dei rifiuti in Toscana, in particolare sul distretto conciario di Santa Croce Sull'Arno, il più importante polo italiano per la produzione delle pelli. Dalle analisi fatte dalla ASL, dalle intercettazioni telefoniche, risulterebbe accertato lo smaltimento di 8 mila tonnellate di ceneri altamente inquinanti residui della lavorazione delle pelli che, mescolate con altri materiali, sarebbero state utilizzate in edilizia, ma agli inquirenti risulterebbero non tracciate 200.000 tonnellate all'anno. L'inchiesta è inoltre molto più ampia e riguarda addirittura il traffico internazionale di droga e il controllo dei lavori stradali e del movimento di terra in genere, attività questa che aveva la sua regia nel piccolo comune mugellano di Vicchio, già noto per le vicende Forteto. 

Ciò che desta scalpore, non è tuttavia la coscienza che la mafia non è più problematica del sud, cosa ormai nota, ma che nell'inchiesta risultino coinvolti a vario titolo importanti personaggi della politica regionale fra i quali Ledo Gori, capo di gabinetto del presidente della regione, un consigliere regionale, già presidente della Provincia di Pisa, ed il sindaco di Santa Croce, tutti rigorosamente del Partito Democratico. Occorre specificare che il capo di gabinetto svolgeva lo stesso ruolo anche nella precedente legislatura, con l'allora presidente Rossi, oggi assessore di Signa; occorre altresì specificare che i due presidenti non risultano ad oggi indagati. 

La notizia è uscita il giorno successivo alla bocciatura, da parte del PD, di una mozione presentata da Fratelli d'Italia che esprimeva "forte preoccupazione per la longa manus che si sta allungando sul territorio toscano, andando a contaminare il tessuto sociale e produttivo sano con il rischio di infiltrazioni nelle gare pubbliche d'appalto" . Mai atto politico poteva essere più lungimirante, visto che il giorno successivo scattava l'operazione KEU dal nome del materiale inquinante di cui se è stato accertato l'utilizzo di 8.000 tonnellate per la strada regionale 429; ma il Partito Democratico aveva bocciato la mozione di FdI ritenendola superflua 😪 . 

Che cosa accadrà adesso? Sul piano penale, la magistratura proseguirà le sue indagini per acquisire le prove che vadano a sostenere le accuse mosse ad oggi e non si esclude che gli interessati riescano a fornire spiegazioni o che emergano errori nelle analisi sul materiale, quindi massima garanzia; dal punto di vista politico, le intercettazioni e quanto emerge in seguito al finanziamento della campagna elettorale, pongono più di un dubbio sia sulla opportunità che il capo di gabinetto di Giani non sia immediatamente rimosso e che lo stesso sindaco di Santa Croce non dia le sue dimissioni, così come il consigliere regionale PD, ma non solo, lo stesso Giani dovrebbe mettersi in dubbio, poiché il ruolo del Capo Gabinetto è solitamente occupato da persona di stretta fiducia del Presidente mentre le indagini, hanno evidenziato come Giani ha dovuto "subire" la riconferma dietro pressioni da parte di esponenti di vertice dell'associazione Conciatori di Santa Croce sull'Arno, oltre che dello stesso Sindaco del luogo. 


La faccenda assume poi un tono di maggior allarme, quando si pensi che più di un quarto delle somme raccolte da Giani in campagna elettorale, arrivano dal distretto del cuoio, come sottolinea il consigliere regionale di Fratelli d'Italia,  Francesco Torselli , primo firmatario della mozione bocciata. Se si pensa inoltre che il Capo di Gabinetto risultava già imputato relativamente ad una presunta assegnazione di un incarico da dirigente sanitario in cambio di voti, quando era in corso la campagna elettorale delle regionali 2015, l'inopportunità della sua conferma a capo di gabinetto della Presidenza risulta alquanto evidente.


Interessante in qualità di signesi, è tuttavia apprendere come la carriera politica di Ledo Gori sia legata a doppio filo con quella di Enrico Rossi, già presidente della Regione Toscana e attuale assessore allo sviluppo economico del Comune di Signa. Infatti, dopo essere stato assessore a Pontedera dal 1990 con Rossi Sindaco, lo seguirà in regione nel 2000, come responsabile della segreteria dell'assessorato alla salute, presieduto dallo stesso Rossi fino alla sua nomina di Presidente della Regione Toscana nel 2010, quando segue il neo presidente in qualità di Capo di Gabinetto (Fonte Gonews); al termine del mandato, a Rossi viene riservato un assessorato in quel di Signa, mentre Ledo Gori viene caldamente "suggerito" al nuovo presidente Giani. 

Rossi e Gori hanno quindi svolto la loro attività politica a stretto contatto per almeno un trentennio, inevitabilmente condividendo le scelte, come si suole fare fra stretti collaboratori, il tutto passando dal PCI al PD, da quel PCI la cui frangia irriducibile ma fiera di rappresentare la parte migliore di ciò che era il partito dei lavoratori, farà sventolare la bandiera rossa con falce e martello oggi alle 12 in un presidio organizzato dalla CGIL a Santa Croce Sull'Arno, si legge "contro il sistema mafioso che si è infiltrato dentro il tessuto sociale e politico della Toscana". Ci domandiamo se il PD sarà presente.






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