"La protezione del patrimonio artistico italiano nella RSI" (1943 - 1945)
Ho conosciuto Andrea Carlesi una sera di qualche anno fa presso la sede di Lealtà e Azione a Firenze e rimasi colpito dalla versatilità di tale personaggio quando, girovagando su internet, potevo scoprire come questa persona riusciva curare innumerevoli interessi ad alto livello, nel poco tempo libero che poteva concedere l'impegnativa gestione dell'azienda di famiglia, Fattoria il Piano.
Imprenditore e agricoltore di professione, ma anche musicista, storico e scrittore di diletto, e che diletto!
Lo troviamo infatti a suonare in teatri di non poco conto nazionali ed internazionali, come qui, in Austria,
oppure in veste di storico e scrittore, alla ricerca per mezza Europa e non solo, di documenti che narrino alla generazione del dopoguerra, realtà altrimenti disperse o travisate.
Proprio oggi, vedo con grande soddisfazione e non con stupore che Carlesi ha offerto il suo libro "La protezione del patrimonio artistico italiano nella RSI" addirittura agli Uffizi, al Direttore Dr. Eicke Schmidt.
Sulla sua pagina Facebook sono pubblicate sue foto con tre dipinti esposti nel noto museo, La Crocifissione di Luca Signorelli, Gesù deposto dalla croce del Perugino, La Vergine col Bambino e santi del Ghirlandaio.
Di seguito si legge:
"I tre dipinti delle foto fanno parte dei 262 quadri provenienti dalle Gallerie degli Uffizi, ricoverati dalla Soprintendenza Fiorentina presso Villa Bossi-Pucci a Montagnana (pochi chilometri da Montespertoli) nel maggio 1943, per difenderli da eventuali bombardamenti aerei nemici su Firenze.
Trovati sulla linea del fronte dalla 362^ Divisone Fanteria tedesca del Generale Greiner nei primi giorni di agosto 1944, furono trasportati inizialmente a Villa Taroni a Marano sul Panaro su ordine del Comando della 14^ Armata.
Dopo l'inspiegabile rifiuto dei vescovi di Modena e Bologna di prenderli in consegna, viene interpellato il reparto tedesco di protezione dell'arte nato in seno all'Amministrazione Militare tedesca, denominato Kunstschutz, al fine di procedere alla presa in consegna delle opere d'arte.
Il 9 agosto 1944 il Direttore del Kunstschutz, SS-Standartenfuehrer Prof. Dr. Alexander Langsdorff, coadiuvato dal suo assistente Capitano Zobel, caricano tutti i dipinti su 9 autocarri messi a disposizione dalla 362^ Divisione.
Dopo varie peripezie, il 13 agosto 1944 arrivano nella Zona di Operazione dell'Alpenvorland ed esattamente nel paesino di San Leonardo in Passiria, in provincia di Bolzano, dove depositano le preziosissime tele nell'edificio dell'ex carcere-tribunale, accuratamente scelto e selezionato tra molti dal locale Soprintendente Dr. Ringler e dove rimarranno sotto cura e custodia tedesca sino al termine del conflitto.
SEMPRE SU FB, vi è un intervento sul post che vorrebbe in qualche modo evidenziare come altri, ovvero il professor Frederick Hart (USA), nel suo saggio "L'Arte Fiorentina sotto tiro" Ed. Clichy 2014, fornirebbe una versione diversa. Tale intervento non preoccupa minimamente Andrea Carlesi che così risponde:
Ho il libro di Hartt (Direttore del MFAA alleato in Italia.....quelli che verranno poi definiti "Monuments Men" e resi celebri dal grande schermo) nella sua prima edizione di fine anni 40. Lei si riferisce ad una versione diversa del fatto specifico o dell'intera vicenda della salvaguardia delle opere d'arte in Italia?
Hartt come tutti i successivi proni al "politically correct" parlano di colossali furti di opere d'arte in Italia da parte delle truppe tedesche. I miei anni di studi mi portano ad escludere in maniera netta queste affermazioni nei termini e nei modi in cui ci vengono fornite, non escludendo certo casi di furti conclamati, ma certamente non vi fu in Italia una sistematica politica di spoliazione di opere d'arte come avvenne in altri paesi europei. Le do di seguito due spunti di riflessione:
1) Gli storici considerano (spesso in mala fede) il luogo di destinazione delle opere d'arte fiorentine (l'Alto Adige) territorio già annesso al Reich e quindi, in questo caso, si va ad avvalorare la tesi del furto, avendo portato fuori Italia le nostre opere. Questa affermazione però è, giuridicamente, un clamoroso falso. L'Alto Adige era (da settembre 1943) dichiarato dai tedeschi Zona di Operazione, quindi una area sottoposta al comando militare tedesco, dove le autorità italiane erano subordinate ad esso, ma pur sempre TERRITORIO ITALIANO! A dimostrazione di ciò basti pensare che nel Trattato di Pace di Parigi del 1947 tra l'Italia e le potenze Alleate vincitrici, non vi è nessuna clausola di restituzione dell'Alto Adige all'Italia, perchè mai aveva cessato di essere territorio italiano!!
2) Il Kunstschutz tedesco trasportò le opere d'arte fiorentine parte a San Leonardo in Passiria e parte a Campo Tures, entrambe le località site a pochi chilometri dal confine austriaco. Secondo lei, al tempo di detti trasporti (Agosto 1944), se i tedeschi avessero veramente voluto portare le nostre opere nel Reich, chi avrebbe potuto impedire loro di fare i rimanenti pochissimi chilometri? I partigiani?? Gli Alleati? Il Governo della RSI? La Santa Sede?
Le aggiungo anche un terzo elemento fondamentale. Il 26.07.1944 il Reichsfuehrer-SS Himmler scrive a Langsdorff comunicandogli la volontà di Hitler di lasciare i tesori d'arte in Sud Tirolo "senza innanzitutto che l'autorità dello Stato italiano venga violata"!
Un grazie ad Andrea Carlesi per l'impegno profuso affinché la storia non sia dimenticata o travisata.
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