C'era una volta anche la sinistra. Frammenti di storia locale fra il serio e il faceto.
Nella mia brevissima esperienza in consiglio comunale, pur facendo parte ufficialmente del gruppo di maggioranza, mi confrontavo spesso con esponenti che avevano rappresentato nel recente passato quell'opposizione costruttiva tipica di chi ha ideali da difendere ed ama il proprio territorio. Ricordo Giorgio Pippucci, inesauribile fonte di conoscenza di tutte le criticità inerenti i Renai ed il suo progetto di recupero, una vita ed una intera stanza del proprio appartamento dedicate all'associazionismo, alle lotte in difesa del territorio; quintali di carta e di timbri istituzionali, tipici di chi non lesina a metterci la faccia. Che dire poi del moderato, ma non troppo, Olivaldo Ricci fonte inesauribile di competenze? Persona squisita e preparata, Olivaldo rappresentava la parte migliore di quello che era stata la Democrazia Cristiana.
Devo dire tuttavia che l'altro giorno, transitando via Roma e giunto all'angolo con via Santelli, ho avuto come un vuoto nel non vedere più la copisteria/cartoleria Ariete di Marcello Fiaschi e quello che rappresentava per lui e per tutti coloro che avevano la fortuna di visitarne il retrobottega, un vero e proprio museo di ricordi che non erano solo di "Marcellino" ma di tutta una generazione che nella falce e martello aveva affidato le proprie speranze e la propria gioventù fatta di ideali, di uguaglianza e di un mondo migliore. Dove ti aspettavi l'ufficio amministrativo, trovavi un "buco" tappezzato di foto con pugni chiusi, bandiere rosse e "mani sporche", le mani sporche di chi alle feste de L'Unità stava sotto al palco, di chi gli stand li allestiva, animava e custodiva la notte, lasciando il palcoscenico a quei troppi colletti bianchi che già allora facevano del partito una professione e non una missione. Un comunista vero quindi, ma che non aveva il timore di riferire della sua attività consiliare in collaborazione con la destra, allora rappresentata da Luigi Forte; destra e sinistra unite nell'affrontare i temi più importanti per Signa, come per esempio i Renai dove già nel 2009 scriveva in campagna elettorale che gli impegni assunti erano già stati rivisti e rimandati, che non si era adempiuto all'impegno di realizzare il ponte Bailey, si condannava il continuo slittare del consuntivo economico e finanziario e poi le domande valide ancora oggi: la profondità di scavo e la quantità dello scavato è quella fissata? Soprattutto: chi controlla? In quel retrobottega c'era la sinistra storica ma anche quella del cambiamento, quello vero, legato alla partecipazione popolare. Per primo, ma direi ancora unico, nel lontano 2004 Fiaschi creò in quel retrobottega un sito web fonte inesauribile d'informazione della vita politica locale, www.perlasinistra.it, avviando una campagna di sensibilizzazione verso la maggioranza per la pubblicazione degli atti in rete, cosa che all'epoca Signa non faceva a differenza di altri comuni. Amante del territorio, fu contrario alla bretella autostradale, ma lo furono anche altri rappresentanti storici della sinistra, vedi l'ex assessore comunale Pecile, storico urbanista del PCI toscano che la definì un mostro e l'ex assessore regionale Anna Marson, docente universitario di pianificazione urbanistica, personaggio dall'animo verde che, "capitata" forse erroneamente nella prima giunta Rossi in quota IDV (Pancio Pardi?), fu per tutto il mandato una spina nel fianco di Sindaci dediti alla cementificazione. Fu con questi ideali che Marcellino presentò la sua lista civica nel 2009, dove il chimico dott. Massimo Castellari ebbe a dire la cosa più indovinata mai sentita sulle escavazioni dei Renai: "Fanno il parco per scavare, non scavano per fare il parco", una frase che racconta oltre venti anni di rinvii e proroghe che ad oggi non trovano fine e che anzi, sono destinati a proseguire con quello che rappresenta la convenzione stipulata nel 2014 per la futura concessione del previsto acquapark, il tutto nel silenzio assoluto dell'attuale pseudo sinistra ambientalista. Tanto impegno non servì a nulla, la lista Per La Sinistra non entrò in consiglio comunale, Fiaschi lasciò il negozio ed anche l'impegno politico; al suo posto un vivace quanto evanescente Stellacci sotto il simbolo di Rifondazione Comunista, quel simbolo che dal 2004 a Signa è stato venduto e rivenduto dai vari leader prima all'opposizione e poi in maggioranza, come capitò a Catarzi prima e allo stesso Stellacci dopo che lo lasciò per il M5* salvo poi candidarsi alle ultime amministrative in coalizione con Fossi. Dopo la parentesi positiva di Romina Niccolai e Marco Andrei, le contraddizioni delle ultime amministrative con una Valentina Quattrone che dopo vari passaggi di lista e maggioranza/opposizione, si trova a guidare la lista di sinistra dove figura anche Rifondazione. La campagna elettorale si fonderà sull'animo verde, peccato che quest'animo, nel condannare giustamente l'attuale progetto di ponte, riesumerà gli scheletri di una bretella che attraversa con un viadotto di 32 arcate il parco dei Renai, Sito di Interesse Comunitario. No, non è più la sinistra che si viveva nel retrobottega dell'Ariete e lo sa bene il suo ex compagno di banco oggi alla guida di Rifondazione, ma forse non c'è più spazio per quella sinistra, forse non c'è mai stato spazio, è stato tutto un sogno, ma non lo sarà il devastante ponte, cicatrice nelle tante cicatrici della sinistra del palcoscenico e degli interessi.
Commenti
Posta un commento