Il ciclista ROSSI
L'assessore ghost del Comune di Signa, ha pubblicato ieri un improponibile post in cui afferma di aver scoperto di recente, ovvero da quando non ha più l'auto blu personale, le meraviglie di muoversi in bicicletta, lodandosi per quanto fatto durante i suoi dieci anni di governatorato della Toscana per favorire gli spostamenti con tale veicolo, citando quindi ad esempio due realtà quali Amsterdam e Copenaghen, che ben poco hanno da condividere sia dal punto di vista culturale che geografico con la nostra realtà, dove spostarsi con le due ruote a pedali rappresenta oggi più di ieri un grave rischio per il ciclista.
Proviamo quindi a transitare l'opera ciclabile più importante della Toscana, la "Ciclovia dell'Arno" che dovrebbe unire il Falterona con Pisa per oltre 270 km.
Come ben sappiamo, il tratto fiorentino della ciclovia termina ai Renai per riprendere poi a Camaioni; il tratto mancante fu oggetto di interrogazione comunale nel 2009 da parte dell'allora consigliere Stellacci in merito ai tempi necessari per la sua definizione nei circa 6 km mancanti; la risposta dell'allora Sindaco Cristianini fu rassicurante, la Regione Toscana aveva già un progetto in fase attuativa. Da allora vi sono stati i dieci anni di governatorato del nostro Enrico Rossi, ma il tratto che percorre i comuni di Signa e Lastra resta ad oggi un'incognita e quindi chi, per diletto o per necessità, volesse usare la bicicletta per andare dal cuore della regione a casa dell'assessore Rossi, dovrebbe fare all'incirca il nostro percorso che sicuramente coincide con quello che farà in direzione opposta l'illustre politico al primo consiglio comunale in presenza.
Il ciclista dovrà percorrere la nota via Roma con le problematiche a tutti note, fino a Ponte a Signa dove, in mancanza di una rampa di accesso pedociclabile alla passerella, si deve districare fra le auto incolonnate sul ponte e per inserirsi sulla statale 67 fino all'inizio della ciclovia dell'Arno a Camaioni. Eccoci finalmente nella tanto pubblicizzata Ciclovia dell'Arno dove speriamo di incontrare tanti ciclisti, compreso il nostro buon Rossi, ritendendo che già questo tratto, per la sua lunghezza e per unire cittadine importanti, dovrebbe essere visto in considerazione di una mobilità quotidiana a medio/lungo raggio. Da Camaioni a Montelupo, invece incrociamo solamente pedoni e, vi garantisco, la prossima volta non ci sarà neppure chi scrive. Quando l'ex governatore cita i fondi europei fa bene, ma una volta fatte, le opere vanno mantenute e questa è una delle grosse carenze delle ciclabili: l'assenza della manutenzione! Quella da Camaioni a Montelupo, ma anche il tratto successivo da Montelupo a Empoli, poco ha a che vedere con le ciclabili di Amsterdam, Copenaghen o delle regioni a nord dell'Appennino; si tratta di un viottolo in terra battuta con ghiaia fine e media che con l'usura, presenta avvallamenti e che comunque non è assolutamente consigliabile a biciclette con normali pneumatici da strada ed ancor meno da corsa, venendo meno al principio che i fondi viabili devono garantire buoni livelli di compattezza, scorrevolezza e aderenza, privi di discontinuità; inoltre, a causa della mancata manutenzione, tutti i ponti in legno sono chiusi al transito, costringendo i ciclisti a scendere nel letto dei fossi con ripide pendenze 4 o 5 volte superiori a quel 4% previsto per le ciclabili.
Giunti a Montelupo, si è costretti ad uscire dalla ciclabile e non è per niente facile riprenderla, ma per questo mettiamoci pure l'incapacità soggettiva di farlo. Ciò che rattrista, è vedere che anche il tratto che prosegue fino al ponte di Empoli, non è sicuramente migliore e resta limitato nel suo utilizzo solo ad alcune categorie di biciclette, in determinati orari e in determinate condizioni metereologiche, cosa che rende il tratto Camaioni/Empoli, cosi come quello Indiano/Signa, a sola vocazione ricreativo/turistica, ignorando la valenza di collegamento fra gli agglomerati urbani, le stazioni ferroviarie, i parcheggi scambiatori, ovvero non considerando la bicicletta quale mezzo utilizzabile per il pendolarismo quotidiano, denotando incapacità nel saper programmare una mobilità sostenibile, come ben si evidenzia anche nella progettazione di quello che dovrebbe essere il nuovo ponte fra Signa e Lastra, scollegato da ogni tipo di mobilità integrata.
Dispiace dire all'assessore Rossi che la realizzazione di spezzoni isolati, come avviene adesso, la mancanza di illuminazione ed il fondo stradale non adatto e non mantenuto efficiente, se non rendono più di tanto attraenti le piste ciclabili attualmente esistenti nell'area metropolitana ai fini turistici, lo sono ancor meno per gli spostamenti casa/lavoro, casa/scuola, con un rapporto spesa/benefici negativo per la collettività. Per quanto riguarda poi il suo impegno amministrativo a Signa, dove ad oggi è presente uno spezzone di una cinquantina di metri di pista ciclabile a San Angelo a Lecore, uno spezzone di 20 metri a fianco del negozio D+ , il tutto come meglio rappresentato nella pagina FB Alessandra Pezzi , lo invitiamo a visitare il cantiere di una prima vera e propria ciclabile, quella che dovrebbe portare dalla rotatoria dei Macelli a via Pistoiese, i cui lavori sono fermi da mesi e rappresentano causa di grande disagio e pericolo nel tratto di via delle Bertesche. Comprendendo la difficoltà di Rossi nell'individuare le strade sopra citate, prima di fare affermazioni che non trovano riscontro alcuno sul territorio, lo invitiamo ad essere meno ghost e a visitare Signa e le sue frazioni, magari come facevano i comunisti di un tempo, parlando con la cittadinanza se non in piazza, almeno nelle case del popolo.
Di seguito una serie di foto sul tratto di Ciclabile dell'Arno posta nei comuni di Campi e Signa, dove si noterà che trattasi di una strada bianca che niente ha a che vedere con le ciclabili del nord Italia e del resto d'Europa, strada bianca che resterà impraticabile alle normali biciclette da strada, nel periodo da ottobre ad aprile. Questa la situazione il 20 settembre, dopo delle brevi piogge che non hanno assolutamente mosso il livello del Bisenzio in secca.
di seguito i due accessi alla ciclovia nel Comune di SignaACCESSO A SIGNA DA VIA DEI RENAI
ACCESSO DALLA VIACCIA
La catena al confine comunale fra Campi Bisenzio e Signa, una anomalia stradale che, in caso di una minima disattenzione o scarsa visibilità, rappresenta un'insidia con tragiche conseguenze
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