Natale e immagini sacre, non scomodate l'Europa, siamo già bravi noi: Signa docet.
Nella pur apprezzabile considerazione della commissione europea che in ambito comunicativo ogni persona ha il diritto di essere trattata in maniera eguale, senza riferimenti di etnia, razza, disabilità, orientamento sessuale, ma anche di genere e religione, veniva indicata la preferenza a riferirsi alle prossime festività natalizie, senza citare il termine "Natale", ma più genericamente appunto, "buone feste" per non far sentire esclusi i non cristiani. A parere di chi scrive, si tratta dell'ennesimo tentativo di rinuncia all'identità culturale, qualche filosofo lo definirebbe il tentativo di far crescere un deserto culturale, nell'appiattimento dell'idea che siamo tutti uguali, mentre è evidente che non lo siamo e non lo saremo mai, per fortuna, in una società che per prima vuole la disgregazione della famiglia e, non a caso, quello di allontanare dai propri cari i bambini, era proprio il primo obiettivo del Fiesoli, l'orco del Forteto. Questo ovviamente non significa che doppiamo tornare alle guerre sante, d'altra parte è proprio il Papa che guarda altrove, o continuare ad utilizzare la carta geografica che ci vede al centro del mondo, sia ben chiaro, vuol dire solamente che ognuno ha una sua identità, una propria eredità che dobbiamo conquistare per possederla e non disperderla in virtù dell'abusato termine integrazione.
Questa l'Europa, ma nella nostra piccola Signa siamo stati dei precursori nel cercare di spezzare il legame comunitario. Proprio nel nome dell'integrazione ed in barba alle leggi ancora vigenti, "sparirono" i crocifissi dalle scuole primarie, ancor prima della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo del 2009, ribaltata poi due anni dopo da una seconda sentenza. Di questo vennero a conoscenza il sottoscritto ed il consigliere Gianni Vinattieri ed entrambi, per rispetto delle leggi vigenti, presentammo una mozione che andava ad impegnare il sindaco e la giunta nel riposizionare il simbolo sacro a fianco della foto del Presidente della Repubblica. Per la verità anche il PD presentò una sua mozione, ma si rivolgeva genericamente all'Europa, senza assumersi nessun impegno nell'immediato ed in ambito locale di sua stretta competenza. Per inciso, gli ordini del giorno presentati dal sottoscritto e da Vinattieri, ebbero il voto contrario del PD ma favorevole di Rifondazione Comunista; era l'aprile 2010. Nonostante il voto contrario, l'attuale Sindaco Fossi, allora assessore alla cultura, fece in modo che ogni aula tornasse ad avere il suo crocifisso. L'argomento tornò in qualche modo alla ribalta quando, il Natale successivo, una scuola materna di Signa non fece il tradizionale presepe e, in una recita, gli angeli furono resi più anonimi con la privazione delle ali. Siamo alle ultime amministrative quando Signa finisce alla ribalta delle cronache nazionali perché una presidente di seggio, d'iniziativa personale, coprì con lo scotch il crocifisso presente in aula. Di fatto la legge, non prevedendo o negando la presenza di un crocifisso all'interno della sezione elettorale, ne consente la rimozione, tuttavia il gesto fu eclatante quasi blasfemo con le modalità con le quali fu fatto (non era meglio rimuoverlo temporaneamente?) e non sappiamo quanto legittimo per il fatto che era stato utilizzato materiale in dotazione al seggio per altri scopi che niente avevano a che fare con il buon andamento elettorale, poiché appunto, nessuna richiesta o turbativa in merito sembra risultare agli atti. La presidente tornò poco dopo sui suoi passi e rimosse lo scotch dall'immagine sacra.
Se qualcuno quindi, ha avuto nel documento europeo la sensazione di un qualcosa che volesse andare contro la nostra cultura e le nostre tradizioni, sappia che non occorre scomodare cotanta istituzione, a Signa siamo già maestri in materia.
A. Mori
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