Inaugurata la ciclabile di Arte della Paglia: bene ma non benissimo.
Questa mattina è stata ufficialmente inaugurata la prima, vera, ciclabile del comune di Signa, escludendo ovviamente il tratto della ciclovia dell'Arno che ha carattere regionale.
Quando la pubblica amministrazione procede, non si può che essere contenti, tanto più quando l'investimento riveste carattere di sicurezza, salute e socialità, con risvolti economici comunque positivi.
Come accennato dal Sindaco Giampiero Fossi e dall'Assessore Andrea Di Natale, la Ciclovia della Paglia rappresenta il primo asse di una più ampia rete di ciclabili che, unite a percorsi invece interamente pedonali, rappresenteranno un'alternativa alla mobilità tradizionale all'interno del territorio comunale, sia per gli spostamenti quotidiani che di carattere turistico/ricreativo; in poche parole, l'investimento collegato agli interventi già previsti a breve scadenza, è destinato a migliorare la qualità della vita e a fornire il tanto reclamato bisogno di sicurezza stradale che coinvolge tutti, sia chi nelle ciclabili vi transiterà, sia chi su veicoli a motore non si dovrà più trovare sul strada velocipedi che spesso rappresentano insidie per se stessi e per gli altri. Si consideri inoltre che ogni velocipede in più, è un veicolo a motore in meno, in una piana fiorentina ormai al collasso.
Quindi bene, ma non benissimo, premettendo che la politica detta gli indirizzi, ma sono i tecnici interni ed esterni alla struttura comunale che li attuano. Elemento poi ricorrente, è lo strano rapporto con le ditte esecutrici che all'occhio del cittadino, sembrano essere coloro che una volta assunto l'appalto, dettano tempi e modalità d'intervento e non viceversa, come se ci fosse una sorta di potere di ricatto. Probabilmente non è il caso in trattazione, ma qualcosa non crediamo sia andato proprio per il verso giusto. Vediamo allora quelle che, a parere di chi scrive, sono le criticità emerse.Il testo di riferimento per la realizzazione e l'utilizzo delle piste ciclabili, è il Decreto Ministeriale 557 del 30 novembre 1999 che detta le caratteristiche geometriche, funzionali e di sicurezza che il percorso deve garantire, oltre alla segnaletica da prevedere che deve essere ovviamente conforme a quella prevista dal Codice della Strada.
La Ciclovia della Paglia nel suo percorso di circa 4 Km, risulta essere non omogenea ma a carattere di pista pedocliclabile su sede propria nel tratto dal ponte sul Bisenzio alla via Arginestrada, su sede propria, con le criticità che poi vedremo, solo riservata ai velocipedi nel tratto da via Arginestrada a via Pistelli, pedociclabile su sede propria da Pistelli alla Strada della Monaca, su sede ad uso promiscuo con i veicoli a motore, per tutta la Strada vicinale della Monaca fino a via Pistoiese.
Lungo il tragitto è stata posizionata una rastrelliera con fontanello all'altezza del cimitero di San Mauro e, come da normativa, sono state create due aree di parcheggio con giardino lungo la via Arte della Paglia, delle quali quella in corrispondenza con via Amendola, sembra adatta quale postazione per sosta pranzo sviluppabile anche al di fuori della ciclabile.
Le criticità iniziano nel tratto ciclabile fra la via Arginestrada e la via Pistelli dove il transito è riservato
alle sole biciclette. Tale tratto, non rispetta le misure standard raccomandate per il transito di velocipedi in doppio senso, previsto in mt 2,50 (art. 7 c. 1); infatti tale misura può essere eccezionalmente ridotta a mt. 2, come nel caso di via Arte della Paglia, "sempreché questo valore venga protratto per una limitata lunghezza dell'itinerario e tale circostanza sia opportunamente segnalata" (art. 7 c. 2) . Nel nostro caso, la riduzione delle corsie, già carenti della segnaletica orizzontale, è totalmente assente in quella verticale. Occorre inoltre evidenziare come non solo è assente quanto previsto al comma 4 dell'art. 7, ovvero uno spartitraffico fisicamente invalicabile di larghezza minima di 0,50 mt a separare la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore, ma essendo in tale tratto la ciclabile su marciapiede, risulta in caso di perdita di controllo, l'impossibilità del ciclista di poggiare un piede a terra, in presenza di un dislivello di circa 20 cm. Meglio, molto meglio, anziché allargare il marciapiede, toglierlo e separare la ciclabile dalla carreggiata mediante il citato spartitraffico.
All'altezza della rotatoria di via Amendola, la superficie ciclabile si presenta di diverso materiale, mal compattato e con poca aderenza; di fatto a parere dello scrivente, in questo tratto sembra che vi sia stata una maggiore libertà nello svolgimento dei lavori che non appaiono assolutamente a regola d'arte, salvo diversa valutazione del tecnico collaudatore (esiste?).
Il tratto su sede propria fra la citata rotatoria di via Amendola e via del Metolo, presenta invece una griglia di ispezione/raccolta delle acque che, pur in posizione diagonale, risulta inutile e mal si accorda con il disposto dell'art. 12 del Decreto anche in previsione di danneggiamenti operati dai mezzi d'opera nel taglio dell'erba; meglio sarebbe lo spostamento del pozzetto e della relativa griglia a
margine sotto l'elevato della via Arte della Paglia, dove la presa fognaria risulta già in parte ostruita da terra ed erba.
Come già evidenziato in passato su questo blog, risultano poco appropriati i deterrenti posti agli accessi all'intersezione Bertesche/Paglia, che obbligano i ciclisti a transitare fuori dalla pista, in carreggiata o lungo il ciglio di sponda del fosso. Per motivi economici, la ciclabile non è stata corredata da illuminazione pubblica
Altra criticità, a parere di chi scrive, è che in presenza di percorso promiscuo pedoni-ciclisti, ovvero in presenza del cartello figura II 92/b del DPR 16 dicembre 1992 n. 495, come la quasi totalità della ciclabile della Paglia, non vi è l'obbligo per il ciclista di utilizzarlo (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prot. 1016 del 18/02/2016); ne consegue che nella carreggiata di via Arte della Paglia, continueremo a vedere transitare i ciclisti. Di fatto, infatti, i percorsi promiscui pedonali e ciclabili, sono realizzati di norma all'interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, nel caso in cui l'ampiezza della carreggiata o la ridotta entità del traffico ciclistico non richiedano la realizzazione di specifiche piste ciclabili. Nel caso di Arte della Paglia, a parere di chi scrive, non vi sarebbero questi presupposti.
Quindi, bene, ma non benissimo e le osservazioni sono non per un passo indietro ma per andare avanti, magari con maggiore attenzione.
IN UN'ARTICOLO DI PIANA NOTIZIE, EMERGE CHE LA CICLABILE NON HA MISURE INFERIORI A MT. 2,50, SARA' MIA CURA VERIFICARE DOMANI MATTINA SE TALE AFFERMAZIONE E' VERITIERA E QUINDI MI SONO SBAGLIATO, O VICEVERSA.
16/10/22 misurata la larghezza nel tratto Arginestrada/Pistelli, risulta di mt 2,20 quindi inferiore ai dichiarati 2,50. D'altra parte, mi sembra che lo stesso progetto prevedesse in tale tratto un restringimento. Manca quindi la segnaletica verticale relativa.
A. Mori
Commenti
Posta un commento