Sammoro, fra Bisenzio ed Arno.

Sammoro farà anche buha, come direbbe la Vecchina, ma l'è più sicuro di tanti altri luoghi vicini e a monte, salvo imprevisti.

A dirlo è il principio dei vasi comunicanti ed il trascorrere del tempo con lo scorrere dell'acqua, come ben si evince dai due grafici qui sotto con le altimetrie raggiunte da Arno e Bisenzio nella notte fra il 2 ed il 3 novembre. 


I due grafici fanno notare come la crescita del Bisenzio sia molto più repentina rispetto a quella dell'Arno avendo un carattere torrentizio; in poco più di tre ore (dalle 18 alle 21:30), il Bisenzio raggiunge il livello di massima piena a mt 7 e l'acqua entra nell'area di cava dei Renai. Anche l'Arno inizia a salire alle 18 ma in maniera molto più graduale. Alle 23 Bisenzio inizia a calare con la stessa intensità con la quale era salito, fino alle ore 5 circa, quando la curva diventa quasi piatta e si allinea a quella dell'Arno; i due fiumi hanno lo stesso livello e la parabola del Bisenzio riprenderà leggermente a salire seguendo l'andamento dell'Arno fino alle ore 08:00 quando il fiume maggiore raggiunge il livello massimo di altezza idrometrica a quota mt 4:44; i Renai ancora una volta hanno fatto il loro dovere in maniera naturale in attesa che finalmente si giunga a conclusione della Cassa d'espansione. 

L'osservazione dei due grafici, indica quindi che per un reale rischio esondazione del Bisenzio, questo deve andare a "braccetto" con l'Arno e per fortuna, difficilmente accade, salvo il reiterarsi delle precipitazioni in un breve intervallo di ore. Poi gli imprevisti, il peggiore dei quali riconducibile ad una cattiva manutenzione o assenza di sorveglianza idraulica, è dato dalla rottura dell'argine; un argine che si rompe in riva destra a Campi Bisenzio o, ancora peggio, a San Piero a Ponti, porta inevitabilmente all'inondazione del paese che ha nel Moro il suo simbolo. 

Crediamo di non dire un'eresia affermando poi che San Mauro ha ponti "moderni" e quindi con maggiore luce, rispetto a quello della Rocca a Campi Bisenzio. Da tenere in considerazione inoltre che se da un lato vi sono ritardi decennali per la cassa d'espansione, in questi anni molto si è fatto per la pulizia degli argini dove sono quasi scomparsi gli orti che con le loro recinzioni andavano ad ostruire le arcate dei ponti. Tornando alla Cassa d'Espansione dei Renai, Comune di Signa e Regione Toscana hanno dimostrato tutte le carenze tipiche delle pubbliche amministrazioni, non avendo ancora terminato i lavori i cui stanziamenti erano già stati fatti nel lontano 2005 dall'allora ministro Altero Matteoli. A lavori conclusi, l'invaso dei  Renai dovrebbe arrivare a contenere ben 14 milioni di mc di acqua contro gli attuali 9 ed ovviamente regimati dall'uomo; tanta roba se... le fogne reggono!


Commenti

  1. Grato per la tua esperienza. Il tuo post ha fornito preziosi spunti che posso applicare.

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